Inno alla Gioia
Fuori la pioggia scrosciante rimbomba nella mia testa
Occhi chiusi, labbra serrate, sguardo al suolo
Oscure catene mi inchiodano ad un volere macabro
Un essere strisciante, lontano da tutti, lontano da me
Ma il tempo continua la sua corsa impazzata
e l’amore non si dissolve con le lacrime della discordia
Tempo, amore, pioggia, sole, e ancora pioggia
La fenditura nel ferro è ormai profonda
Fra le foglie di quel salice intravedo il tuo sorriso
Le estremità delle tue labbra tendono a salire
Sei scesa e sei venuta a curare le mie ferite
massaggiandomi il collo con i tuoi baci
E arriva in crescendo la forza dentro me
Gli archi ululano e lo scroscio della pioggia si trasforma in un delizioso tintinnio
Mi elevo disarcionando le catene della diversità
Occhi fieri di un presente tanto turbato
Non preoccuparti mia Venere
Volo a riprendermi la gioia rubatami da quel fiume di fango
Solo allora potremo uscire all’aria aperta
e amarci
5 commenti:
Basta trovare il modo di "risalire" no Ale?! :) Un abbraccio a te e alla tua Venere!
E' una poesia che sprona... anche se oggi a me verrebbe più facile comporre un Inno all'Incertezza, ammiro chi come te riesce, nonostante tutto, a lanciare spruzzi di gioia. Tienitela stretta fratello ;)
maledetta pioggia che rimbomba anche a Chieti, avevo preso le ferie per andarmene un pò al mare, ma quest'ano mi sà che i giorni me li sono giocati... non piovesse potei are delle belle passeggiate... questa mattina Pescara era un lago... dappertutto!
E' sempre un piacere leggerti.
Un abbraccio
jeuden freuden getterfunken!! beethoven xD cmq bella al!! sei un ganzo ^^
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