lunedì 13 settembre 2010

Utopia

Guardo gli altri, tutti con lo sguardo volto verso l'alto e gli occhi illuminati dal fragore di scintillanti luci e colori. Tutti insieme con i propri dolori accomunati dalla sola posizione della testa; si cerca una speranza nello scoppio, un amore che non arriverà mai, delle scuse troppo in alto per essere loro. E quasi mi sembra di vedermi, fra gli indifferenti maledetti, ci incrociamo per un attimo, e poi di nuovo a invidiare gli altri. Una pioggia fittissima che mi impedisce la vista, e in men che non si dica le magliette diventano aderenti, i capelli si appiccicano alla fronte, le scarpe vengono inondate, e quei sorrisi vengono riempiti d'acqua. Io spalanco le mani e sento il fuoco: pioggia che diventa cenere, che brucia, che divampa nei miei occhi, nel mio corpo. E' un'estraneità che uccide la mia, è l'ago quasi impossibile da trovare nel pagliaio, è l'ultimo bicchiere imbevibile dall'ubriacone, è la rassegnazione dei falliti.

Voglia di speranza, svestirmi di questa ignobile maschera per cambiarla con una migliore. Voglia di cambiare e rimanere sempre lo stesso. Avere orgoglio da vendere e forza da abbattere una montagna. Sostituire ogni parola buona scritta ai miei difetti. Essere normale ma diverso dagli altri. L'utopia dell'utopista utopico che si realizza. Realizzarmi per una nuova utopia.

Io sono l'estraneo, l'ago, il bicchiere e la rassegnazione. Sono il peggiore dei mali, l'omicida più astuto bloccato nella sua teca a forma di anima. Sono la formica alleata con Golia che deve combattere contro Davide. Utopia.

Mi serve il libretto d'istruzioni per capire questa vita. Il mio l'ho buttato tanto tempo fa convinto che non mi sarebbe servito.

1 commenti:

Kylie ha detto...

Il libretto d'istruzioni non ce l'ha nessuno purtroppo e la vita ce la dobbiamo costruire da soli con la nostra esperienza.

Un bacio