Troppo presto. Ed è successo tutto così in fretta. Non avevi motivo per andartene via, non avevi motivo per lasciare una moglie dolcissima, dei figli che ti amavano, degli amici che ti volevano solo un gran bene. In tre giorni si vivono un turbinio di emozioni inspiegabili, e ci sono domande che non avranno mai risposta. Quello che fa più male è non avere una spiegazione. In questi giorni ho ricevuto tanti complimenti, forse sprecati, perché sono solamente stato di contorno in quell'immensa desolazione che si è venuta a creare. Sì, c'è stato spazio anche per i complimenti, per le risate, nonostante tutto. Ormai è il punto in cui le parole fanno meno effetto rispetto a prima, contano più i fatti, quello che conta è iniziare una nuova vita. Ricominciare da zero. Ti conoscevo da appena due anni, cazzo, due anni sono niente rispetto ai tuoi 53 anni di vita. E vorrei averti conosciuto da sempre, perché eri un marito, un padre, un figlio sempre presente. Hai seminato tanto lungo la tua strada, e adesso hai lasciato ad altri il compito di raccogliere i tuoi frutti. In questi tre giorni praticamente non abbiamo vissuto, il tempo era fermo, come te in quella bara; minuti lunghi come ore, e le ore non passavano, e senza la consapevolezza che niente sarebbe tornato come prima. E sento anche io il bisogno di sfogarmi, tre giorni di rabbia, tristezza, desolazione, frustrazione, stanchezza, tutto dentro. Peccato che lo stimolo ce l'abbia sempre nei momenti meno opportuni, come ieri pomeriggio; ma voglio comunque ringraziarti Sara, perché proprio nell'istante in cui avevo gli occhi gonfi di lacrime che nascondevo con una mano, quando mi sentivo così impotente e così lontano, tu sei venuta di fianco a me, una mano sulla schiena e un sorriso e mi hai portato più vicino agli altri. Ma anche io devo essere forte come Marta. Perché senza di lei andrebbe tutto in malora, perché è lei che tiene insieme i pezzi, è lei che sta facendo l'impossibile, ingoiando tutto e sempre a disposizione. L'unica persona che si sta facendo in quattro parti per consolare una madre distrutta. Dobbiamo prendere esempio da lei, anche io.
Sono solo io
- Ale
- Un ragazzo che porta il fardello di un granello di sabbia in quell'immenso deserto che è la Terra. Alla costante ricerca di una goccia di salvezza e Amore.
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martedì 5 luglio 2011
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2 commenti:
Gli addii non hai mai un senso, mai una "spiegazione". Arrivano... e noi stiamo qui a guardarli. Un abbraccio
è bene che piangiate tutti, e tanto, invece.
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