sabato 29 settembre 2012

Strade

Da qualche parte qualcuno muore, qualcuno nasce. Io sono qui. E vivo. Una bomba esplode, qualche torre crolla. Quello che a noi rimane è solo un'ultima telefonata di quel povero uomo che ha avuto la sfiga di essere nel punto più alto, talmente in alto da non riuscire a scendere; ha il destino segnato e ne è consapevole, e la cosa più tragica è che ancora non riesce ad accettarlo. Ma questo non importa, ha ancora la speranza, che muore presto in un cumulo di macerie. Lui non può più sentirsi, ma se potesse annichilerebbe per quanta angoscia riesce a infondere. E' una cosa che mi coinvolge talmente tanto che, subito dopo aver ascoltato il tutto, volevo chiamare la mia amata, perché la paura di sparire senza lasciare traccia era molto evidente. Anche questi sentimenti passano, ed è una fortuna che essi esistano, perché altrimenti non ci sarebbe neanche il sentimento opposto, ovvero la gioia di vivere e non fermarsi davanti a nulla.

Nella vita di ognuno di noi ci sono tante strade da scegliere. Io ho avuto il privilegio di trovare un viale alberato, in cui di giorno splende forte un Sole che scalda il cuore, mentre quando cala la notte una lunga fila infinita di lampioni illumina comunque la via, impedendomi di fermarmi. Ho abbandonato lo studio. Ho provato a seguirlo con interesse, al contrario di tanti altri, prima su tutti la mia compagna. Nonostante i vari impedimenti insegue il suo obiettivo con tenacia e determinazione, anche se questo sia quasi passato in secondo piano. E io l'ammiro perché non ha mai mancato un appiglio, ha sempre lottato per raggiungere la cima di una delle vette più alte che si possono incontrare in vita. Le mancano ancora uno sperone di roccia e un paio di metri, ma ora è tempo di bivaccare, al riparo da ulteriori intemperie, perché il merito l'ha portata a questo. E io sono molto fiera di lei.

Solo così posso stare da solo accanto a qualche pagnotta che sta cuocendo, sussurrando: "Che bella la vita".

venerdì 24 agosto 2012

Ad un passo

Vacanze finite, ma non il caldo. Finalmente sono ritornato alla routine quotidiana lavorativa, con qualche piccola e graziosa novità. La voglia di leggere finalmente si è un pochino svegliata, e prima di lei anche quella di scrivere. Già, scrivere. A volte penso alla frequenza degli anni scorsi, ai contenuti e alle modalità. Le persone cambiano, inconsapevolmente un giorno si aprono gli occhi e si dice: "Guarda com'ero cinque anni fa!". E' la vita che va avanti, e non possiamo farci niente; possiamo solo aggiustare piano piano le piccole cose che non vanno in noi, lasciando perdere i difetti impossibili da correggere. Dobbiamo goderci questa vita, nei limiti del possibile, quando e come si può, appena si presenta l'occasione. Questa estate era una di questa, che per vari motivi mi sono lasciato sfuggire. Sono stato male, sono rimasto deluso, ho litigato e ho fatto pace, perché il passato è passato. Bisogna sfogarsi subito senza tenersi niente dentro, altrimenti si rischia di rovinare indelebilmente anche gli ultimi giorni di quiete prima del tran tran quotidiano. Ovviamente sempre con un occhio alle conseguenze. Per questo voglio prendere i pochi giorni buoni passati con ragazza e amici ed estenderli a tutta l'estate. Perché è questo di cui ho bisogno.

Riguardo allo scrivere vorrei ancora fare un appunto. Dall'ultimo post ne ho avuti di argomenti da trattare, solo che mi manca la voglia. E quando l'ispirazione svanisce, c'è una sensazione tra solitudine e tristezza. Ci si ritrova come quando si scopre il trucco di un mago. Ho praticamente abbandonato la poesia, ma quello che non voglio fare è abbandonare la scrittura. Voglio che sia parte di me nella buona e nella cattiva sorte. Cercherò di sfruttare ogni condizione per portare alla luce le parole che ho dentro.

Quel passo dalla morte è ancora vivo nei miei ricordi, anche se lo menziono con una certa leggerezza. Nulla è successo per fortuna. E ora sono ancora qui a cercare di portare in alto me e le mie giornate, evitando la piattezza. Stringo quello che ho di più caro e lo porto con me.

Ora scusatemi, vado a coricarmi su una spiaggia notturna a raccogliere le stelle che cadono, insieme ai tanti desideri del mondo che mai si esaudiranno, mentre leggo un messaggio di un caro collega di lavoro.

venerdì 27 luglio 2012

Run Run Run

Questo non si può fare, quest'altro neanche. Sai che faccio? Parto da solo. Viaggiare. Divieto d'accesso per i problemi, l'unica che entra è la musica. Una musica potente, con i bassi pompati al massimo ad accompagnarmi su quell'interminabile linea bianca. Voglio starmene da solo, visto che non posso avere la compagnia che voglio. La mia compagnia va bene. Mi fa bene. Perché sto bene con me stesso, e non potrebbe andare altrimenti. Alziamola allora questa bandiera, cantiamo l'inno alla libertà e viaggiamo. Voglio superare i confini del mondo per vedere cosa c'è dopo, sporgermi oltre e ritrarmi quando sono sull'orlo dell'abisso. Evidentemente i progetti e le belle speranze sono fatte per essere fumate in una notte d'estate, lasciando così quel sentimento di vuotezza che rovina giornate intere. E quando anche la benzina finisce, mi infilo un paio di scarpe rotte e corro verso l'ignoto, perché questo è l'unico modo che conosco per vivere, e ogni evento che me lo impedisce mi rende come un leone braccato dai cacciatori, costretto a fuggire voltandosi continuamente.

domenica 8 luglio 2012

Basta...

Basta una frase fatta per etichettare una persona come banale. Come basta concedersi i 130 km/h su un rettilineo sgombro di 4 km in tangenziale per essere etichettati come pazzi al volante. E' vero, adoro la velocità. I limiti di velocità li supero facilmente (tranne in autostrada), e spesso spingo più del dovuto. Ma lo faccio sempre da solo. Quando sono da solo in macchina, quando posso permettermi di superare un dosso senza rallentare più di tanto, quando gli scossoni li sento solo io.

Il mio primo anno da neopatentato l'ho passato spesso a manetta, anche con la macchina carica di gente, perché pensavo facesse figo fare lo spericolato in macchina. Poi mi sono accorto che ero solamente un coglione e non potevo permettermi di avere sulla coscienza vite altrui. Mi sono accorto che chi era con me viaggiava nella più totale scomodità, e questo è un peccato averci pensato dopo. Così ho cambiato. Dopo quell'anno solo una volta sono andato a palla di proposito con la macchina carica, evidentemente non mi era piaciuto il comportamento di certi individui presenti sui miei sedili. Anche quel singolo episodio è bastato, ma tornassi indietro lo rifarei.

Ormai l'etichetta è fissa, e anche quando porto qualcuno che aveva già provato il mio modo di guidare (sia chiaro, può essere bastato anche solo un episodio particolare) a nulla serve andare tranquilli, perché ad ogni buca su un asfalto di merda è colpa mia, perché io sono un pazzo al volante. Ad ogni sorpasso c'è qualcosa da ridire, è così punto e basta. Anche se chi critica guida molto peggio di me. Non ho scusanti, e soprattutto non ho nessuna difesa, neanche da chi mi sta più vicino. Sono completamente solo, perché io sono un pazzo al volante.

Quindi rivolgo un invito a voi che criticate ogni singola cosa, senza guardare cosa combinate voi al volante, e soprattutto senza guardare cosa combino io al volante: salite sulla mia macchina e allacciatevi la cintura. Non vi servirà trattenere il fiato, perché ve lo toglierò. Voglio farvi vedere la differenza netta che c'è tra i miei due modi di guidare, e state pure certi che la vostra opinione cambierà. Più che un invito è una minaccia, ma sono pronto a metterla in pratica non appena mi si muoverà l'ennesima critica ingiusta. Perché adesso mi sono rotto i coglioni, e se non serve mettervi a vostro agio, allora metterò in gioco le mie manie, dopodiché penso che di me non ne sentirete mai più parlare.

Sia chiara una cosa. Mi piace guidare. Mi piace guidare forte. E quando capita lo faccio in condizioni che me lo consentono e, soprattutto, quando sono solo (o con amici fidati che si divertono insieme a me, senza star lì a giudicare scossoni e sballottamenti vari). Non sfreccio come un dannato su strade che non ho mai fatto, non sorpasso in curva, non invado mai la corsia opposta senza intenzione di sorpassare (l'ho fatto solo una volta in bici rischiando davvero la vita), non supero sulla destra (tranne quegli incapaci che non riescono a capire cosa voglia dire la proposizione "Percorrere la corsia più libera a destra" e si ostinano a intralciare il traffico), non passo col semaforo rosso, non faccio lo spaccone, non guido ubriaco.

Non sono un santo, certe cazzate le ho fatte anche io (come tutti del resto) pentendomene subito dopo, e promettendomi di non rifarle più (e non le rifarò mai più). Mi piace guidare forte, ma questo non vuol dire che vado sempre forte. So guidare con calma se sono troppo stanco, o semplicemente se non sento il bisogno di tutta quella velocità. In fin dei conti, non sono molto diverso dagli altri.

domenica 17 giugno 2012

Vivo!

Nell'ultimo post ho forse ricevuto il commento più bello da quando ho aperto questo blog. Mi riferisco all'imperativo di Aly, quel bellissimo "Vivi!" che risuona forte in me, un dolcissimo grazie a lei quindi.

Vivo!

E' ora di rispolverare le parole
Lasciarle libere di danzare la loro musica
In questa notte solitaria ricopriranno queste pagine ingiallite
Non invecchiano mai, loro

mercoledì 23 maggio 2012

Letargo

Sono stati mesi faticosi e stupendi, pieni di soddisfazioni (che non sono ancora finite). Sento che l'uscita del letargo si avvicina sempre più.

domenica 22 aprile 2012

Voglia di...

Tornata lei anche questo angolo si riempie di ragnatele. A volte qualcosa di cui parlare ce l'ho, ma manca la voglia. Stasera il vento soffia forte, come se dovesse portare via qualcosa, come la tristezza di una notte passata in solitudine, come l'indifferenza generale. Ma non voglio vederla così, come un aiuto a superare qualcosa. Ce la faccio da solo, senza la spinta del vento, ho un lavoro fantastico che mi da l'energia giusta, uno dei lavori più umili, ma estremamente importante per il mio spirito. Io i campanelli d'allarme li suono quando posso, ammetto che non sempre suonano in modo giusto, ma ci sono e funzionano benissimo.

Mi manca. Mi manca sentire l'amore fisico. E vorrei che si lasciasse da parte il mio essere uomo, con le mie voglie da uomo, perché non sto parlando solo di piacere fisico. Mi manca l'amore spirituale che si unisce a quello fisico, mi manca quella voglia comune che stravolge gli equilibri. Io trovo importante per la mia anima anche quel momento, e quando non c'è (per colpa mia a volte, per colpa d'altri altre volte) mi prende lo sconforto. Uno sconforto dettato dalla mancanza di un corpo da amare. Sono così. Punto. Non cambio per nulla al mondo, perché non ci riuscirei. Driiin.

venerdì 30 marzo 2012

Basta una serata così

Questa sarà la nostra serata. E la sento tutta. Sarà una cena fantastica, una notte gioiosa e giocosa che passerò fra le tue braccia. Anche se ufficialmente era ieri, stasera festeggeremo il nostro terzo anno passato insieme da amanti. E' così bello averti trovato, la ragazza che ho sempre desiderato, quella che ho aspettato da sempre. Tutte le occasioni che non ho afferrato mi hanno portato a te, averlo saputo subito dico io. :) Il passato è passato, quello che conta è la strada del presente, a volte sconnessa, a volte morbida, e io mai come stasera sono orgoglioso di averti accanto nel mio viaggio attraverso questo enorme deserto. La mia ricerca è terminata, quella goccia l'ho trovata, e ad assaporarla ci impiegherò una vita intera, perché mai mi sentirò sazio di te. Ti amo Marta. :)

domenica 25 marzo 2012

Correre

Vado avanti per la mia strada. Sono una roccia. Una roccia di diamante. Nella vita di botte ne ho prese e ne ho date, tutto il resto non conta. Non sono ancora stato buttato giù, sono ancora qui più vivo e forte che mai. Resto sempre vigile e attento. Le parole le conosco, e se voglio posso vendicarmi a modo mio, posso ferire e uccidere con il solo fiato, e se quello non basta sono pronto a battermi. Sfido chiunque a tirarmi giù. Il gelo rafforza le ossa e aumenta la resistenza alle intemperie. E' così che si deve andare avanti. Resistente al punto da non rompersi. Qualche crepa ci sarà, ma quella va via con un pit-stop e un po' di stucco. E poi di nuovo in carreggiata in questa folle corsa contro la morte, in attesa del conto da pagare. Non cedo tanto facilmente, il mezzo ce l'ho e so tirarlo bene. La mia non è un fuga, io non scappo. Solamente una corsa di velocità. Davanti a me non c'è nessuno, e io dietro non ci guardo. Non bisogna mai guardarsi indietro, altrimenti si alza il piede e si perde aderenza, e Lei non aspetta altro.

domenica 11 marzo 2012

Letters from Alba to Toronto - #4

Finalmente siamo arrivati all'ultima di queste lettere. Questi sedici giorni senza di te sono stati tutt'altro che facili, e tu lo sai. Ci sono stati alti e bassi (più bassi che alti), ma tu sei sempre stata lì. A volte ti sentivo un po' più lontana, ma forse era solo colpa mia. L'ultima settimana è stata parecchio dura, iniziata in modo terribile, ma che spero si concluda al meglio. Non mi è bastato neanche un viaggio veloce fino al mare, quella mezz'oretta passata al molo piccolo di Finale Ligure a farmi passare quel vago senso di dolore che provavo. Niente e nessuno può colmare il vuoto presente quando tu non ci sei. Sei semplicemente unica, la mia ragazza e la mia compagna di vita. Mi è stato fatto notare il mio egoismo, e devo fare ammenda su questo. Sono terribilmente egoista, perché voglio solo il tuo bene e, soprattutto, ti voglio solo per me. Voglio essere io l'artefice della tua felicità, sempre e solo io; a volte però la situazione mi sfugge di mano, e così tutto s'inverte. Era già successo, si è ripetuto, e accadrà di nuovo. Io confido solo nella tua pazienza e nell'amore che provi nei miei confronti, io cercherò di migliorare.

Anche quest'ultimo buio è quasi superato, fra poche ore me lo sarò lasciato definitivamente alle spalle. Sarai di nuovo mia. Come in un sogno, rivedo la tua schiena nuda alla luce di una Luna piena e bellissima. E questa volta non provi vergogna, ti volti lentamente e mi sorridi in un modo così dolce che mi perdo dentro di te. Hai i capelli lunghissimi che profumano di una fragranza sconosciuta al mondo intero. E nonostante il buio riesco a scorgere i tuoi occhi che mi fissano, che mi inondano d'amore e mi attirano verso il tuo corpo che aspetta solo le mie mani e le mie labbra, mentre inizio ad accarezzarlo con soffici parole d'amore. Questa notte voglio darti un piacere così intenso come non hai mai provato prima, voglio farti capire in un solo gesto quanto è forte il mio cuore quando ci sei tu. Voglio fare l'amore con te fino allo stremo delle forze, e abbandonarmi sul tuo seno; addormentarmi come un bambino, senza neanche la forza di aprire gli occhi. E sognare, lo stesso sogno appena vissuto.

Ti amo :)

Tuo Ale

domenica 4 marzo 2012

Vuoto

Certe volte vorrei che il mondo fosse come me. Vorrei che sapesse i sentimenti e le sensazioni che provo, così da adottare il comportamento giusto in base al mio stato d'animo. Ma la vita non va così. Il lavoro sporco lo devo sempre e comunque fare io, perché non si può comandare a bacchetta qualcuno per farti stare meglio. Stanotte è così, voglio chiudermi nel mio guscio. Voglio stare in solitudine senza essere disturbato da nessuno, voglio rendere inavvicinabile chiunque. E forse e anche per questo che stanotte ti sento più lontana, non ti sento accanto a me. Una distanza spirituale, oltre all'ovvia distanza fisica di questi giorni. Desolazione. Come trovarsi in un deserto di notte. Freddo. Oscurità. Rassegnazione, perché stanotte è così e non posso farci niente. Perché la notte è buia, e nelle tenebre è più difficile trovare la via. Io non voglio camminare, stanotte il lampione è spento e quindi voglio fermarmi senza pensare. Sentire il freddo penetrarmi le ossa, la pelle lacerata dal dolore. Immobile. Lacrime che non scendono, perché gelate sul mio viso come cicatrici indelebili che non andranno mai via. Senza quel sollievo che si prova dopo un pianto. Solo io e la notte. E il mio guscio. Stanotte sono stanco, apro la botola ed entro nel mio rifugio. Poi tiro la lampo e tutto tace. Vuoto.

venerdì 2 marzo 2012

Letters from Alba to Toronto - #3

Ciao amore. Sembra che la strada del mio futuro sia quasi decisa. Mi ferma ancora un po' la questione economica. Oggi sono andato a parlare da quelle persone, ma preferisco dirti i dettagli a voce. Più che altro, come ti ho anche detto ieri, sono le condizioni più basse quelle che mi sono state offerte, e anche quando arrivo al mio massimo, non sarà proprio una cima. Si parla di 1.100-1.200 € al mese. Le preoccupazioni nascono dal futuro con te. Ovviamente una mano per i problemi futuri ci ha pensato anche mia mamma a darmela, con l'affitto di una casa da pagare, l'impossibilità per me di comprarmi una macchina, la distanza dei nostri possibili luoghi di lavoro (entrambi all'opposto, per me è comodo stare ad Alba per la vicinanza di Roddino, per te è comoda la vicinanza tra Ceresole e Torino). Dovremo fare dei sacrifici, e magari superare situazioni complicate. Forse è troppo presto, non lo so, ma è tutto dietro l'angolo, è tutto così vicino. Per uno puntiglioso e ordinato come me è difficile pensare a qualcosa di vago, voglio sempre la certezza, voglio sempre avere tutto sotto controllo. Non voglio rischiare: se perdo una scommessa di gioco posso passarci sopra, ma la perdita di una scommessa di vita è dura da sopportare. Ce la faremo insieme? Ecco la motivazione di tutti questi pensieri presenti questa sera. Per questo prima ho chiesto il tuo supporto, e spero che torni presto a casa.

A parte questo l'umore procede a alti e bassi. Certe volte ti sento più lontana, altre più vicina a me. Certe volte voglio un tipo di risposta, e altre un altro tipo. Nonostante tutti i miei difetti sono sicuro che tu stai facendo il massimo per essermi accanto in questi momenti, e ti chiedo scusa se quasi sempre non sembro provare gratitudine, quando invece è solo grazie a te che sopravvivo. I giorni passano lentamente, e con loro aumenta la voglia di vederti, di stringerti forte e baciarti. Sento la mancanza del sapore delle tue labbra, delle dolci forme del tuo corpo, del tuo calore. Mi manca dormire accanto a te, spaventarmi nel cuore della notte e trovarti lì vicino a tranquillizzarmi. Mi manchi tanto. Torna presto amore.

P.S.: ti allego le foto fatte al lavoro lo scorso lunedì, spero ti piacciano.


Ti amo :)

Tuo Ale

martedì 28 febbraio 2012

Perché?

Io me lo chiedo. Perché ogni volta che si risolve una situazione, se ne presenta subito un'altra a buttarmi giù? Perché diamine tutto non può andare bene per una volta. Una volta nella vita cazzo, una sola volta, non mi sembra di chiedere tanto. Perché ci devono essere sempre ansie, preoccupazioni, litigi, discussioni, parole forti? Sempre così. Durante un momento positivo sono quasi lì che aspetto il cambiamento, perché avviene sempre. Fosse una situazione creata dai miei pensieri e dalle mie manie lo capirei, ma non è neanche quello. Non posso prendermela neanche con me stesso, non posso neanche maledirmi più di tanto quando le colpe maggiori ce l'hanno il mondo e il suo marciume. Chiuso in una stanza, senza di vie di fuga, davanti a un monitor e costretto a uno sfogo che non finirà domani, o fra qualche giorno; non so perché ma c'è qualcosa di troppo grosso in ballo, che da solo non riesco ad affrontare. Il caso e le coincidenze poi fanno il resto. Perché succede tutto ciò? La fortuna? Esiste la fortuna, ma qui è qualcosa di più imponente. Dio forse, peccato che non ci credo più da una vita. E allora quali sono le risposte? Dove posso andarle a cercare. La cosa buffa è che tutte queste domande non hanno una risposta, e già lo so prima di formularle. Gli sfoghi sono fatti così, ci si incazza, si manda a quel paese qualcuno, si litiga, si soffre, si urla, e poi (quasi sempre secondo la mia esperienza) tutto a posto. Ma oggi sono abbastanza presuntuoso che il tutto non si limiterà a qualche parolina forte su una pagina a sfondo bianco. Perché quando si sorpassa il limite anche le parole scioperano e piano piano finiscono. Lasciandoti così, a bocca asciutta, a farti consumare in silenzio da un fuoco maledetto, alimentato da una bufera incessante.

domenica 26 febbraio 2012

Letters from Alba to Toronto - #2

Amore mio! Mamma mia che due giorni terribili. Non hai idea di quanto mi sia sentito meglio dopo che ci siamo visti su Skype venerdì sera (notte da me, pomeriggio da te xD), un sorriso al cuore davvero. Sabato purtroppo è stata una giornata abbastanza vuota, e quindi anche malinconica. Alla sera partita, e nonostante mi sia divertito con la mia bella compagnia torinese sentivo lo stesso la tua mancanza, più che altro soffrivo le sei ore di differenza che ci separano (oltre le migliaia di chilometri): sta cosa è troppo strana da digerire, non so perché ma sto facendo una fatica immensa. Arrivato a casa ero veramente a pezzi, una stanchezza fisica e morale che mi ha veramente buttato giù, e mi dispiace che tu sia stata testimone del mio stato d'animo: come ti ho già scritto mi odio farmi vedere così da te, perché ti faccio solo del male. Avrei dovuto sfogarmi, ma ho avuto paura di stare peggio.

Stamattina ero già abbastanza preoccupato, ma Roberto mi ha subito detto quella cosa, così ho avuto buona parte della mattinata per pensarci e accumulare il rammarico di un'occasione persa. Mi sono buttato subito giù, alle 14 e 30 non ce la facevo più a stare lì, mi veniva da piangere, non vedevo l'ora di tornare a casa e non trovare nessuno, mettere un po' di musica e sfogarmi. Volevo solo quello. In tutta quella tranquillità c'era il vento che mi urlava qualcosa, e io non riuscivo a capire; lo sentivo ululare come un forsennato nel bosco, finché si è stancato di aspettare una risposta, ed è andato via. Ho tenuto duro fino all'arrivo a casa. Stavo veramente a pezzi, e ancora una volta stavo così quando dovevamo vederci. E ancora una volta ho rovinato il nostro momento. Dovevo sfogarmi, ma non potevo farlo davanti a te, paura. Nonostante tutto, nonostante la mia tristezza e le mie lacrime, tu mi sei stata vicino cercando di consolarmi, di farmi capire che del buono c'era. Sei sempre così gentile e paziente con me, anche quando forse non lo merito. Ora non ho ancora ben chiara la situazione, ma la nebbia che c'era prima si è attenuata, come anche la pioggia ha smesso di scendere. Non è passato del tutto, ma posso dire che non mi sentivo così bene da qualche giorno, e lo devo solo a te: l'unica persona al mondo che è in grado di prendersi cura di me nei momenti di sbandamento.

Ho due cose da chiederti. La prima: voglio un braccialetto da tenere al polso, non deve essere per forza quello là, ma ne voglio uno da portare sempre, e siccome sei conscia di quanto siano difficili i miei gusti ti chiedo anche di impegnarti al massimo nella ricerca. xD La seconda cosa è ben più importante, e mi darebbe ancora più sollievo: mi prometti che un giorno ci andremo insieme, solo noi due, lì dove sei adesso? Chiudo ringraziandoti ancora una volta, perché riesci a essermi vicina anche con tutta questa lontananza, e io ti amo per questo. Ti amo per ogni sguardo, per ogni parola detta, ti amo e voglio amarti di più, ti amo e voglio amarti meglio, ti amo e ti amerò per sempre. :)

Tuo Ale

venerdì 24 febbraio 2012

Letters from Alba to Toronto - #1

Ciao amore. Anche se in questo momento starai probabilmente sorvolando l'Atlantico, per comodità ho preferito mettere Toronto. :) Sei partita da poche ore e già mi manchi. Spero di non far diventare quest'idea un festival della depressione. Mai come oggi ho sentito la tua mancanza. Mi ricordo le sensazioni di quel lontano martedì in cui tu partisti per Barcellona: al mattino ero di un'euforia maestosa (stavamo insieme da pochissimi giorni) e al pomeriggio ero affetto da una tristezza infinita. Da qualche giorno mi ripeti che sedici giorni passano in fretta, ma io ora ti rispondo che a fatica sono passati quei cinque giorni, e io a Barcellona c'ero già stato. Questi sedici giorni per me non passeranno in fretta, assolutamente no. Appena entrato in macchina dopo averti salutato sono scoppiato, non ce la facevo più. Poi il resto del viaggio è andato abbastanza bene. Sono tornato da poco dal pranzetto con Liuk, un po' mi ha tirato su, ma non vedevo l'ora di tornare a casa per starmene un po' da solo. Tu mi hai detto che non dovevo stare troppo male per questa situazione, ma per i primi giorni concedimelo per favore, perché non riesco a fare diversamente; lo so che non vuoi, ma non lo faccio per farti stare male, spero con tutto me stesso che tu possa capire. Prima stavo pensando a quello che succederà domenica: potrà essere uno dei giorni più importanti per me, oppure uno dei peggiori. In ogni caso vorrei averti accanto a me. Visto l'animo di questi giorni non posso essere ottimista per domenica, quindi sono quasi sicuro che sarà un fiasco catastrofico. xD

Per continuare questo felice post ti dico che mi sento una merda per non aver tenuto il tuo braccialetto: non sto scherzando, sto davvero male e mi sento veramente uno schifo per averti dato questo dispiacere. Darei qualsiasi cosa, qualsiasi, per averlo ancora legato al polso, per averti con me in ogni momento, pensarci adesso mi fa piangere. Potevo sopportarlo, dovevo capire quanto fosse importante per me e per te, ma non l'ho fatto; mi dispiace di averti ferito, le mie lacrime possono confermartelo. Infine voglio chiederti scusa per il mio atteggiamento di ieri e di oggi: la verità è che non riesco a mentirti. Non riesco a nascondere la mia tristezza quando ci sei tu, non riesco a nascondere la fatica che farò per sopportare l'enorme peso che porta la tua assenza. Non riesco a sorridere quando sono inconsolabile, e quando sono consapevole che la prossima volta che ti rivedrò sarò più vecchio di sedici giorni; con il resto del mondo riesco a fingere, a sorridere e a dire che va bene e che sedici giorni passano in fretta, con te no. Ti chiedo scusa per il mio nervosismo e la mia freddezza, non volevo assolutamente farti sentire in colpa. Quando sono accanto a te non riesco a nascondere le mie emozioni, a volte è un bene e a volte un male, ti prego di non farmene una colpa, ma cerca di vederla come una strana forma dell'infinito amore che provo per te.

Probabilmente la faccio sempre troppo lunga, mi deprimo troppo e come al solito vado sul pesante. Sarà che sono un pessimista cosmico, sarà che mi sento un romantico, sarà che sono come sono, ma nessuno ama la propria metà come io amo te. :) Come ti ho scritto prima spero che con il passare dei giorni la qualità sia migliore, anche perché l'idea del titolo la trovo geniale xD. Così facendo mi sento più vicino a te. Spero di ricevere presto tue notizie.

P.S.: hai presente la maglia del concerto che ho preso martedì? Ha una macchia bianca davanti verso il fondo. E' proprio la stoffa che è bianca, come se fosse andato via il colore. Sono ancora più triste per questa cosa. :(

P.P.S.: ho cercato di contrastare l'incredibile vena depressiva che mi anima in questo momento con qualche faccina carina. xD

Ti amo :)

Tuo Ale

domenica 15 gennaio 2012

No

Qualche giorno fa ero in macchina che aspettavo una chiamata. Ero appena partito, e tenevo la radio spenta per poter sentire lo squillo del cellulare, una voce amica, vicina. Dopo diversi minuti finalmente mi chiama, è bello risentire la sua voce. Solo questo, solo una chiaccherata tranquilla, per poi continuare il lavoro. Mazzata, e la mia radio è stata spenta per tutto il viaggio. Tutto il pomeriggio sulla strada a guidare e a pensare. Mi viene in mente la scena di un film che nel 2010 ha vinto numerosi premi Oscar, ovvero "Il discorso del re". La scena in proposito è questa: quando il futuro re balbuziente è alla alla sua prima seduta con il suo logopedista, ad un certo punto lui gli fa mettere delle cuffie da cui esce musica classica, e lui si mette a leggere l'Amleto, senza ascoltare la sua voce, solo musica. Ovviamente la registrazione è perfetta, senza sbavature e senza balbettii, ma lui subito non è convinto. Ecco, la scena che mi viene in mente è proprio questa: ad un certo punto si toglie le cuffie e urla "senza speranza, senza speranza"; poi fa per andare via, ma il logopedista lo ferma, mette il disco in una busta e glielo porge gratuitamente. Ecco la vorrei anche io una cosa del genere: sentirmi senza speranza in un momento di sconforto, ma avere la prova in mano che qualcosa di buono ho fatto. Mi sembra di essere già alla fine, quando una persona tira le somme degli anni passati. Ho solo 21 anni, ma qualcosa di buono c'è stato? Qualcosa di buono ho fatto? Sono stato veramente utile in qualcosa? E' questo che mi chiedo.

Vorrei davvero prendere tutti i problemi, tutte le indecisioni, ammucchiarle, metterle in uno scrigno e andare via, magari in Canada. Sì, via. Lascio quel baule lì. Potrei farlo, ma io so che tutto quello che mi lascio dietro, tutto quello che c'è in quello scrigno, al mio ritorno a casa (perché si ritorna sempre a casa) sarà sempre lì ad aspettarmi. E farà più male. E oltretutto, come se non bastasse tutto questo, una delle cosa che hanno fatto più male a me che adoro così tanto le parole, la forma scritta, è il non riuscire a trovare le parole per descrivere il perché della mia risposta negativa. E io non riesco davvero a dire "non ci penso", non riesco a dirlo, perché mi viene solo da pensare che io questo viaggio non me lo merito; per cosa ho fatto e per cosa sto facendo adesso, non me lo merito. E' già tanto se riesco a capirlo io, figurarsi farlo capire alla persona che amo, è quasi impossibile. Ma certe cose sono fatte per essere lasciate andare. Quante volte vorrei prendere la macchina e andare da qualche parte; ma poi bisogna sempre pensare: "Posso farlo? Posso permettermelo? Ho la coscienza a posto per fare questo?". E così da una semplice proposta si passa a una miriade di domande, che portano tutte alla stessa risposta, no. Semplicemente no.