Ti sei mai chiesto se l'unico che ha del sale in zucca sei proprio tu? Io si, molte volte. Le luci di questa piazza sembrano tutte rivolte verso di me, quasi a invocarmi. Ma io che posso fare? C'è qualcosa di rotto che temo non si possa più aggiustare, che si fa? La butto e me ne prendo un'altra. E se non si potesse? Se quella cosa è l'unica che hai e non puoi cambiarla? Se ti stai domandando se quella "cosa" è la vita ti sbagli. Sono stracontento di esserci e quella è mia e, salvo novità, e me la tengo stretta. È quello che si è creato intorno che non va, che è una polveriera (adoro questa parola) pronta a fare bum, e ho una buona parte del telecomando in mano. La cosa difficile è che in certi momenti è davvero difficile essere lucidi, e c'è il rischio di premerlo. Perché prima c'è la rabbia accecante, poi la delusione, e infine una tristezza di una lucidità infinita.
Altro indovinello: sei sull'ultimo gradino di un pozzo senza luce, tu che faresti? Io cercherei con tutto me stesso di scendere verso il fondo, giusto per una questione di principio. Almeno saprei di esserci arrivato. Risalire è un altro discorso ok, ma almeno sarebbe una cosa fatta dal principio, quindi una cosa ben fatta. E sinceramente non c'è consiglio che tenga, quello con il piede alzato sono io e la gamba è la mia.
Altro indovinello: sei sull'ultimo gradino di un pozzo senza luce, tu che faresti? Io cercherei con tutto me stesso di scendere verso il fondo, giusto per una questione di principio. Almeno saprei di esserci arrivato. Risalire è un altro discorso ok, ma almeno sarebbe una cosa fatta dal principio, quindi una cosa ben fatta. E sinceramente non c'è consiglio che tenga, quello con il piede alzato sono io e la gamba è la mia.
1 commenti:
Io scelgo sempre di risalire.
Un abbraccio
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