domenica 30 agosto 2009

Ricordo di te

Mi manchi davvero tanto, anche se da così poco. Sei partita giovedì, e martedì sarai di nuovo qui, eppure mi manchi da morire. Il primo giorno è stato il più brutto, ormai sono abituato a te, al tuo sapore, e non poterlo assaporare mi butta giù, non tanto, ma abbastanza per risentire un po' di solitudine. I giorni passano, e anche se la tua lontananza non mi fa sorridere pienamente, sono contento ripensando a ogni momento passato con te. Ricordo quel martedì, stavamo insieme da soli quattro giorni, e già ti allontanavi per la gita scolastica. Il mattino da solo a casa, a sorridere ai momenti vissuti in soli tre giorni, a pensare ciò che potevi diventare nella mia vita, e dopo il sorriso una solitudine difficile da mandare giù, ma che ho digerito vedendoti al tuo ritorno. Ricordo quel pomeriggio sotto l'ombra di un albero, coperto dal profumo dei tuoi capelli, a sentire per la prima volta il tuo Amore; hai cancellato con due parole un passato burrascoso che neanche la speranza era destinata a salvare, e mi hai portato con te in un mondo sconosciuto, che neanche un poeta è in grado di descrivere. Ricordo quel venerdì, in fondo a un pozzo come non mi sentivo da tanto tempo, impossibilitato a godere del tuo sorriso radioso e finalmente libero; non mi hai lasciato, mi hai tenuto stretto a te fino alla fine, mi dicevi di sfogarmi, ed io egoisticamente (maledetto orgoglio) non volevo, non potevo mostrarmi così debole ai tuoi occhi. Ricordo quella domenica mattina, aprire gli occhi e trovarti lì accanto a me, anche dopo una notte quasi magica; e ancora tu che mi consolavi. Ricordo quel giovedì, quando ti sei messa a piangere come una bambina sotto una Luna rossa all'orizzonte, un pianto senza un motivo. Quando tutto è finito, il pensiero di poterti amare ancora di più si è avverato; eri così bella, gli occhi ancora un po' lucidi, e qualche residuo di lacrime sulle tue guance, mai ti avevo vista così. Non so di chi sia la colpa per tutta questa mia sensibilità che mi porta ad amplificare all'inverosimile ogni singola emozione, bella o brutta che sia, ma è dei tuoi ricordi che ho bisogno quando mi sento solo. Dopo 5 mesi se ne sono accumulati davvero tanti, la mia speranza è che non s'interrompano mai, e questa è la più grossa consolazione di cui posso disporre.

lunedì 10 agosto 2009

Vacanze

Anche io stacco la spina per qualche giorno, precisamente fino a Venerdì sera. Questa era una giornata adatta per rifinire le ultime cose prima di partire. Mi mancava un chiarimento, che ormai mi assillava da diverso tempo, e anche se è stato chiarito solo fino a metà, la parte più difficile è stata superata, nonostante la malinconia iniziale. Spero che tutto tornerà come prima, dovrò armarmi di tanta pazienza, ma per un'amicizia importante si può fare. Mi manchi e ti voglio bene Miri. A parte questo, novità non ce ne sono, ma questo non vuol dire "vita monotona". Tutto il contrario. Non mi sono mai sentito così vivo, sapere che è solo mia. La amo, la mia vita e vivo per Lei. Canto alla Luna una canzone impossibile, sotto una pioggia di stelle.

Posso solo sperare sole e non troppo caldo per questa settimana, e se non ci sarà niente di tutto ciò, pazienza. Mi basta Marta. Auguro buone vacanze a tutti quelli che si fermano per leggere ciò che scrivo e lasciano un segno, ma anche a quelli di passaggio. Insomma, buone vacanze a tutti :)

lunedì 3 agosto 2009

Debolezza

Che cos'è una serata senza di te? Che cos'è il ricordo di un bacio sulle mie labbra? Che cosa sono queste lacrime che scivolano su di me senza fare rumore? La serata è andata via veloce, trascinando nella mia ombra un po' di tristezza. Una serata piacevole, condita con una brutta negatività, tanto quella non finisce mai.

Il cursore lampeggia ininterrotamente. Ipnosi. Ma che vorrà dirmi? Mi sembra tanto di vedere il vuoto che ho in questo momento. Smettila di lampeggiare, è una monotonia in grado di durare per anni, ed io non ho tutto sto tempo. La stanchezza avanza, e le parole sono già nel letto a sognare un bagno d'acqua fredda; non me la sento di svegliarle, e così rimango qui. Solo. Con me, me stesso, senza le parole, senza di te, e con questo fottuto cursore. Ho bisogno di te. Son quasi affogato nelle mie lacrime, e questo mi ha creato una fobia, deve essere qualcun altro da accudirmi. Chiamala debolezza, eccessiva sensibilità, come vuoi te, ma è quello di cui ho bisogno, non ridere di queste parole. Ho bisogno di te.

Che succede? Qualcosa fa da diga per le mie lacrime: è la tua mancanza. Qualche mese fa, la cosa che mi piaceva di più fare in queste serate, era distendermi a letto in solitudine, accendere l'iPod e selezionare le canzoni che potevano aumentare a dismisura il mio disagio. Non potevo farne a meno. Ora non voglio fare così. Non voglio far toccare terra a quelle bastarde, meritano di morire in un cuore pieno di vita. Desidero la tua spalla, il tuo profumo e la tua voce per asciugarmi gli occhi, queste sono le canzoni di cui ho bisogno. Ora. Adesso. Chissà come dormi bene, con la testa leggermente piegata a destra con una mano sotto al cuscino; passerei tutta la notte ad osservarti, fino al tuo risveglio al mattino. Più bella di un'alba.

Tante cose voglio, ma non ne esiste una che sia disponibile in questo momento. Tante cose non voglio, ma sono tutte disponibili in ogni momento; basta pensarci un attimo e arrivano tutte insieme. La stanchezza aumenta e inebria l'aria densa di sonno. Il cursore non si è ancora stancato, l'amico Jack è sparito, l'iPod è acceso su una lunga lista di brani tempestosi. Questione di secondi, il cuscino è umido.