martedì 28 luglio 2009

Fabrizio De André e la libertà - Introduzione

Ho deciso all'ultimo momento l'argomento della mia tesina per l'esame di maturità; non potevo non farla su De Andrè, e su uno dei temi più cari a lui. Questa è l'introduzione.

Nel comporre questa tesina le emozioni sono state tante e molto intense. È un viaggio che parte ripercorrendo la vita di Faber, passando nei pensieri di due grandi filosofi e attraversando il fiume Spoon River, per poi passeggiare nella Sorbonne occupata, arrivando infine nell’identità di Mattia Pascal. Il filo comune che lega questo percorso è forse uno dei più importanti temi da sempre discussi dall’uomo: la libertà. Un tema delicato e un concetto difficile da interpretare. È proprio qui che entra in campo Fabrizio De André, che, mischiando poesia e musica, è riuscito a trattare argomenti delicati, come la prostituzione e l’emarginazione, con apparente semplicità e senza preoccuparsi del giudizio della gente. L’infinito affetto che ho verso di lui e la forza delle sue parole, mi hanno spinto a trattare questo argomento. Le emozioni si sprecano ascoltando la sua voce narrare di situazioni paradossali, ma estremamente veritiere; De André è sempre stato molto caro alla libertà, come testimoniano i vari elogi all’anarchia. La discografia di Faber è ampia, ma non vasta come quella di altri autori del suo tempo; pur tuttavia risulta memorabile per varietà ed intensità. Il suo ricordo è ancora vivo nella memoria della gente, e non mancano, a 10 anni dalla sua morte, le iniziative e le mostre a lui dedicate. È sempre stata una persona aperta al dialogo, che si è spesso scontrata con le idee cocciute e ignoranti degli altri individui; raramente le sue canzoni sono autobiografiche, ma le poche che lo sono ci offrono la vista dei suoi occhi in quei momenti. Uno degli episodi più significativi è quello da cui è nata la canzone “Amico fragile”, contenuta nell’album Volume VIII, a cui sono particolarmente legato: è una delle canzoni più celebri ed amate di De André, tratta dall'inconsistenza culturale dell'alta società, dove non c'è spazio per un ragionamento, una discussione, ma solo per il divertimento fine a se stesso. È però anche una delle canzoni in cui De André espone di più se stesso a feroci autocritiche consegnandoci un autoritratto inquieto e sofferto. De André era questo, una persona come tutti, ma con un dono di inestimabile valore che ha fatto fruttare come solo lui poteva fare, anche a costo di qualche lacrima e una sconfinata tristezza.

La bella che è addormentata, ha un nome che fa paura, libertà libertà libertà” (Fabrizio De André)

giovedì 23 luglio 2009

L'amico Jack

Era il 16 Luglio 2008. Serata a casa mia con qualche amico, approfittando dell'assenza dei miei genitori, con patatine e le solite schifezze varie, tanta birra e una bottiglia di Jack Daniel's. Già pensavo che sarebbe durata poco, cercando di approfittare di ogni momento di ispirazione, cercando parole migliori in quella bottiglia. Invece no. In questa serata malinconica è ancora lì, apro lo sportello e la scorgo in fondo: un dito di alcol ristagna ancora. Mi ha fatto compagnia in altri due momenti nei mesi scorsi: il primo il 26 Agosto 2008, e l'altro lo scorso 10 Febbraio.

La fine della scorsa estate mi vedeva obbligato a recuperare quei debiti riscontrati a scuola, biologia e fisica; mi bastava non passarne uno per ripetere l'anno, e sfiga volle (ma fu proprio sfiga?) che quel periodo coincidesse con lo stesso momento in cui avevo spostato la mia manopola su "menefreghismo" e "svogliatezza". Era un pomeriggio afoso e molto caldo, e già pensavo alle conseguenze del mio gesto, anzi, non vedevo l'ora a dir la verità; aprii lo sportello, tolsi il tappo, mi inebriai del suo profumo, e inizio a mandare giù qualche lunga sorsata. Da più di un mese il mio palato non toccava alcol così forte, la gola in fiamme, ma bastò poco per abituarsi; il "fastidio" sparì e le sorsate furono più frequenti. Il tempo non era molto, ma fu abbastanza per rendermi un pelo più inconsapevole di quel che stavo facendo. Risultato: foglio consegnato in bianco, bontà dei professori a promuovermi lo stesso, e un misto di delusione/contentezza qualche giorno dopo.

Il secondo momento condiviso con l'amico Jack, fu nella mattinata del 10 Febbraio. Per tutta la sera precedente avevo quell'idea in mente: aspettare che tutti andassero a dormire, per ubriacarmi di sana pianta, e mettere per iscritto ciò che l'ispirazione mi avrebbe dettato. Detto fatto, fino alle 2 qualche sorsetto di nascosto, e poi giù a tracannare alcol, con un foglio in mano, a scrivere una dedica per una persona che all'epoca mi piaceva molto. Mi svegliai con la finestra aperta, sverso sul letto ancora vestito, e ancora ubriaco. Niente scuola, urgeva un posto tranquillo. Mostrando apparente normalità, presi la macchina e andai a smaltire la sbornia nella Langa. Più tardi scoprii che quella dedica l'avevo trascritta inconsciamente sul mio cellulare, e inviata senza scrupoli alla persona a cui era indirizzata. Forse era proprio quello che volevo, o forse era solo un momento di delirio che si sarebbe concluso con una risata, o un pianto. Comunque tutto si è risolto con un nulla di fatto, rivelandomi però quanto sarebbe stato bello avere quella persona come amica.

Dice Vasco in una delle sue canzoni: "Accidenti all'ipocrisia/alla malinconia/alla noia che ci prende e che non va più via". Potrei prendere in prestito le sue parole per descrivere questo momento, potrei fiondarmi su quell'ultima goccia, esaurendo il mio amico Jack, consolandomi poi con l'amica grappa, potrei farne di cose. Ma stanotte nulla di tutto ciò, perchè sento che sta passando. La vedo dappertutto, ed ogni impulso che mi spinge a compiere un'azione negativa si spegne. Ciò che mi resterà dopo queste parole, sarà solo una domanda. Dove sarei ora se non l'avessi incontrata?

domenica 19 luglio 2009

Un anno fa...

...nasceva questo blog. Sembra ieri quando, vinto dalla convinzione di poter fare qualcosa di buono, passai una notte intera a lavorare con Photoshop per creare questo blog, e dargli un aspetto tranquillo. Erano notti di libertà assoluta, passate in piedi in attesa di vedere il cielo diventare sempre più chiaro, fino all'alba; notti in cui potevo esprimere come volevo la mia creatività, aiutato anche dall'ebrezza di qualche bicchierino, sempre in solitudine. Già, in solitudine. Potrei dire che l'inizio del blog potrebbe coincidere con una sensazione di vuoto che mi ha accompagnato per molti mesi. Un vuoto che ho cercato di colmare proprio con questo spazio; il fatto di averlo creato, mi spingeva a scrivere non appena ne avevo l'opportunità, e questo devo ammettere che mi ha fatto crescere, regalandomi anche momenti di piacere.

In un anno sono cambiate tante cose. Alcune amicizie si sono rafforzate, altre indebolite. La maturità è stata data, è stata passata, ed ora devo scegliere cosa fare della mia vita, del mio futuro. Rispetto ad altri momenti cambia solo una cosa: ora c'è la voglia di continuare, magari non così forte, ma sento che sta tornando; ogni giorno è qualcosa di nuovo, un sorriso che, nella sua forma superficialmente identica tutte le volte, mi regala novità stuzzicanti e ben definite. E' stato (e lo è ancora) un grande cambiamento per me, che non mi sarei mai aspettato. Devo tutto questo ad una sola persona, a Marta. Fa un certo effetto scrivere il suo nome, è come se fosse sempre accanto a me quando lo pronuncio. E poi come non citare gli amici, anche se avrei preferito che alcune amicizie procedessero in maniera diversa da come sono andate realmente, ma pazienza, non posso avere tutto, e dispiace. un ringraziamento lo devo anche a chi mi ha letto, a chi mi legge, a chi passa di qui perdendo il proprio tempo a leggere i miei pensieri, a chi lascia un segno del suo passaggio, a chi apprezza ciò che faccio.

Questo blog mi ha dato tanto, e anche se quest'anno non ho avuto lo stesso tipo di libertà di un anno fa, sono contento e sto bene. Contento di avere avuto quella pazienza che mi è sempre mancata, quelle classiche domande del tipo "Ma che ci scrivo in un blog?", ma ho voluto buttarmi, spinto da un'affettuosa cugina (ora dovrei dire cuginona :)). Contento di vivere in un sogno reale, e non in una realtà sognante. Quindi faccio i miei più grandi auguri a questo spazio, lo spazio di Ale, Lo Spaziale.

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P.S.: le foto rappresentano due dei sei gattini che Luna, la mia gatta, ha partorito lo scorso 2 Giugno. Le foto sono ingrandibili.

mercoledì 15 luglio 2009

Ascoltandoti

Ascoltandoti

Una visione sfocata mi fornisce la miseria del momento

I sorrisi si trasformano in ghigne malefiche

Un’armonia è scossa da un fiume in piena

e i pazzi sono tanti, e urlano, urlano e camminano


Spade fendenti colpiscono gravemente

su un corpo privo di speranza e serenità

Sono pagliacci che giocano a rincorrersi, l’ultimo sarà la morte

Ignari, sulle loro teste è eretta un’immensa bandiera bianca


E sventola, gagliarda del suo colore puro fa ombra ad un’atroce verità

Nascosta continuamente da sottili veli pietosi

Mani nude ancorate alla ricerca della grazia

stringenti un cappio d’angoscia


Ma c’è una montagna su di me, e cielo azzurro sul mio capo

Il rivolo amoroso scorre felice, innaffiando d’acqua gelida la gola riarsa

Un tuffo nei laghi blu, posando la malinconia su un fiore

Momento buio e profondo, colgo il gelsomino dalle tue labbra


È un sogno non dettato dal sonno

Il pianto di stelle è ai bordi del precipizio

finché la tua voce lo ferma, sciogliendolo in un abbraccio

Inarrivabile è la cima, il collegamento con il campo dei non viventi


Una farfalla variopinta si distende sulle mie ginocchia

Profuma d’amore, il suo batter d’ali è la melodia divina che domina il cielo

Spicca il volo mutando in una goccia di ghiaccio

rivelando la tua presenza con la trasparenza


Cado giù sereno, solleticato da verdi fili d’erba

Ascoltando te, ascoltando un angelo

sabato 11 luglio 2009

La fine di un passo. L'inizio di un altro.

Come si può intuire dal titolo, il percorso durato cinque anni si è concluso bene. Un ringraziamento mi sembra il minimo a chi mi ha dato una mano per superare quest'ultimo anno (ci tengo a precisare che non avrei dovuto superarlo, ma qualcuno non la pensava così, in futuro ringrazierò anche chi ha voluto ciò). Cinque anni un po' troppo sofferti forse; due anni persi dietro un grande amore, amici che vanno, ma anche amici che vengono. E non solo amici. Per qualcosa che si perde, da qualche parte, in un preciso momento, ci sarà qualcosa che aggiunge valore alla nostra vita. Così è capitato in quest'ultimo anno. Ho trascurato molto questo spazio negli ultimi 6 mesi. Son passato dal vedere gli altri vivere la vita attraverso un oblò, ad aprire il boccaporto respirando aria divina e sentirmi davvero bene. Ma certe porte non si chiudono, anche se in passato son state dolorose, in un futuro prossimo possono essere preziose e utili per superare certe situazioni. Quindi grazie a chi ha voluto che passassi le giornate ad assaggiare le mie lacrime, perchè guardando il lato positivo, se non fosse successo, probabilmente non avrei iniziato a scrivere, che al momento è una delle poche cose che mi rilassa e mi rasserena. Ed è così che l'estate inizia. Con casa libera fino al 17 luglio (o forse più) e un certa libertà da assaporare. Non mancheranno aggiornamenti al blog. Chiudo con una cosa che ho scritto dopo una bellissima giornata passata con Marta.


Deliri d'Amore

Su un letto ormai vuoto

Quale luce t'illuminava? Quale luce t'illuminava?

Mi sono cibato delle mie ceneri, ho ali al posto delle braccia

Volare sempre più in alto, dietro un foglio bianco ricoperto di meraviglie

È una musica dolce, delirio d’Amore

Sfilo gli infiniti petali di una rosa

Una gravità inversa riporta tutto nello spazio profondo

Noi due giovani scapigliati, legati e indissolubili

A bocca aperta, la tua vita fra le mie dita

Corpi madidi di sudore, consumati dall’inesorabilità del tempo

Una Luna ci osserva avida e curiosa

Vai via, Luna