martedì 12 aprile 2011

Il mio compleanno - Edited

Io non voglio festeggiare quel giorno. Assolutamente no. La sera del mio 18° compleanno è stata una delle più brutte della mia vita, e ogni anno non posso fare a meno di pensarci. Ero nel periodo più critico della mia "carriera" scolastica, ormai arrancavo dappertutto, e avevo bisogno di tutto, tranne che fermarmi a festeggiare. Certo, per loro la sorpresa era riuscita, poco importava se fino al giorno prima si preoccupavano: magicamente nel giro di un pomeriggio tutte le mie cose sono state messe brutalmente da parte, per fare posto ai festeggiamenti. Non volevo. No. Ricordo come se fosse ieri, mentre eravamo in macchina io me ne stavo dietro in un angolo, che ascoltavo "Hollywood" con le lacrime agli occhi; avevo il magone, e sfruttavo le cuffiette per non ascoltare, per scappare e camminare da solo. Cosa c'era da festeggiare? Non avevo tempo, non potevo permettermelo, dovevo pensare alla scuola e a risolvere i casini che avevo combinato: queste cose le pensavo allora, io non volevo non andare a cena fuori, io volevo NON festeggiare. Ma nessuno questo l'ha capito. Così al nostro ritorno loro se ne sono andati a dormire, mentre io mi sono messo sui libri: ho resistito fino alle 3 di notte, poi non ce l'ho più fatta e mi sono addormentato lì, sulla scrivania e con la luce accesa. Finalmente stavo cercando di uscirne da quel pasticcio, ma in quella sera i miei sacrifici erano stati buttati da un finestrino di un treno in corsa.

Ecco perché non voglio festeggiare quel giorno. Tutti gli altri vanno bene, ma non quello. Troppi brutti ricordi me la fanno sembrare una "festa" inutile. Io in quel giorno voglio fare quello che non ho fatto quel martedì d'aprile di tre anni fa: uscire di scena e andare a camminare da solo, essere lo straniero nella mia città, anche se il film me l'aspettavo con un altro finale, anche se qualcosa è andato male.

Edit del 13/04/2011: Darjo, con il suo commento, mi ha fatto venire in mente una cosa che volevo scrivere ma che poi mi è passata di mente. In tutto il post non ho fatto altro che criticare chi mi ha fatto stare così, senza però precisare che loro l'hanno fatto sicuramente per farmi stare bene, solo che non hanno capito (o non gli ho fatto capire io) quello di cui avevo bisogno veramente. Volevo aggiungere solo questo. Volevo già scriverlo, ma come ho già scritto prima mi è poi passato di mente.