giovedì 17 ottobre 2013

Citazione del giovedì #2

E ascolto te, il passo tuo
il tuo respiro dietro me

A te che sei il mio presente
a te la mia mente
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al tuo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me.

[La luce dell'est - Lucio Battisti]

domenica 13 ottobre 2013

Un po' più grande

Da piccoli si guarda ai propri genitori come delle vere e proprie star: loro sanno tutto, sanno fare tutto e ogni cosa detta è legge. Crescendo si inizia a vederli come dei rompiballe allucinanti, che quando si attaccano a qualcosa non la mollano più, che litigano per boiate, che hanno preoccupazioni inutili. Ma ci sono ancora momenti in cui li vedi e pensi: "Vorrei essere come loro quando sono grande". Magari è per qualcosa che hanno detto in un particolare momento, oppure è un gesto, un'abilità che li contraddistingue dagli altri, e sembra che abbiano esperienza in quel campo dal giorno in cui sono nati.

Ecco, mio papà è un fottuto genio, un tipo alla MacGyver che con un cacciavite e un foglio di alluminio ti costruisce un aeroplano in scala 1:1 perfettamente funzionante, e non chiedetemi come ma ci ricava pure l'equipaggio. Nella manualità è un vero fenomeno, uno di quelli che vorresti chiamare appena qualcosa in casa si rompe, lui arriva e te lo aggiusta. E se non riesce al primo tentativo stai certo che non molla fino a quando non ha aggiustato tutto avanzando qualche pezzo. Da piccolo queste cose rimangono impresse, e poco importa se il papà in questione ogni tanto sbrocca e dice una valanga di cazzate: la sua abilità ha la priorità su tutto.

Poi si cresce ancora, si diventa grandi e si vedono i propri genitori esattamente come noi: persone normali, con i loro momenti di gloria e le loro vaccate. Le virtù passano in secondo piano, si pensa di più alle cose serie come politica ed economia, il tempo per giocare non c'è più. Ma stasera sento che un po' sono diventato grande, e ho un tale orgoglio dentro di me che ho le lacrime agli occhi, io che l'orgoglio non so neanche cosa sia a momenti. Stasera un po' mi sono rivisto in mio padre in quelle serate passate ad aggiustare la lavatrice, mentre io cazzeggiavo bellamente alla Playstation. Stasera vado a dormire trionfante, riparando una cosa che credevo perduta, con la consapevolezza che anche io ce la posso fare se voglio, magari non facendo gli errori di quelli da cui ho imparato.

giovedì 3 ottobre 2013

Citazione del giovedì #1

I just want to see you smile
Just want to cry with you
Just want to feel you high
When making love with you

[Caught - Gomo]

domenica 29 settembre 2013

Desideri

Poco fa è successa una cosa stranissima. Mentre mi stavo accingendo a fare un back-up generale nel PC, mi sono imbattuto in una cartella in cui non accedevo da moltissimo tempo. “Testi” si chiama. Qualche poesia di amici, qualche poesia mia, qualche scritto. Riferimenti a persone che credevo imponenti e che mai avrei abbandonato, ma che poi sono finite in un angolo buio, come gli auguri di buon compleanno finiti in un cassetto. Ne ho aperto uno, e subito una valanga di malinconia e nostalgia si è abbattuta su di me. Non potevo niente contro quelle parole, erano più forti anche del batticuore. La verità è che un po’ mi manca quell’io, voglio dire, adesso sono contento della mia vita, piuttosto normale con una fantastica compagnia che mi sorregge. Ma è la mancanza di parole, di inventiva che mi blocca. Mi ritrovo con la mente assopita, che si risveglia di tanto in tanto grazie ai ricordi passati; una mente bombardata per lo più da futilità e pigrizia.

Vorrei tornare a viaggiare in posti sconosciuti, riuscire a vedere dentro le persone e dentro la natura, trovare il tempo di scrivere di un luogo meraviglioso o di una stagione che tristemente se ne va, alzarmi da questa vita e proseguirla a un livello successivo più coinvolgente, trovare un vero interesse nella parola e fare sì che si esprima liberamente senza essere ostacolato dalla pigrizia.

Vivere.

EDIT: ho visto ora che si è sfasato il modello del blog, spero di trovare quel po' di tempo da dedicare a questo spazio ormai dimenticato da tutti.

martedì 5 febbraio 2013

La novia - Domenico Modugno

Non so perché proprio stasera. Eppure è una sera come tante, il cielo è poco nuvoloso, il freddo è poco pungente e 2012 DA14 sta per fare capolino accanto alla Terra. Fine settembre, così segna la data dell'ultima traccia su questo spazio. Uno spazio che di spaziAle oramai ha ben poco. Le priorità cambiano, e non sempre in meglio. Una cosa che mi da sollievo è sapere che questo spazio è mio, nessuno a parte me stesso può cancellare quello che è stato scritto, quello che è stato è stato. Ne sono successe di cose, e ne ho vissute tante, di belle e di brutte. Ma la voglia di raccontarle in questo posto sta scemando, ecco perché i miei interventi diventano sempre più rari. Quello che non voglio è sparire del tutto, da un giorno all'altro. Anche se fosse solo per una canzone, per una poesia rubata a qualcuno. Ne ho già visti tanti di blog morti senza lasciare traccia. A volta mi capita di leggere un pezzo interessante, spiritoso, malinconico, triste, gioioso, datato qualche anno fa. Sono quegli autori che mi verrebbe voglia di chiamarli per invitarli a bere una birra a casa, ma quando vado in prima pagina e vedo una sfilza di post vecchi ormai di qualche anno, senza commenti, senza un addio, fa male. Lo so, non sarò mai quello di 5-6 anni fa. L'ho accettato questo, ma ancora devo farci l'abitudine. Capita che gli stimoli siano presenti, ma è proprio questo cambiamento che mi blocca. E stanotte ho paura, perché quella parte mi manca, e non ho idea di dove cercarla. Ho provato a cercarla qui, ma nulla è stato trovato. E quindi che fare? Mi rimangono solo più le parole d'altri, come quelle di un certo Domenico Modugno.