sabato 29 settembre 2012

Strade

Da qualche parte qualcuno muore, qualcuno nasce. Io sono qui. E vivo. Una bomba esplode, qualche torre crolla. Quello che a noi rimane è solo un'ultima telefonata di quel povero uomo che ha avuto la sfiga di essere nel punto più alto, talmente in alto da non riuscire a scendere; ha il destino segnato e ne è consapevole, e la cosa più tragica è che ancora non riesce ad accettarlo. Ma questo non importa, ha ancora la speranza, che muore presto in un cumulo di macerie. Lui non può più sentirsi, ma se potesse annichilerebbe per quanta angoscia riesce a infondere. E' una cosa che mi coinvolge talmente tanto che, subito dopo aver ascoltato il tutto, volevo chiamare la mia amata, perché la paura di sparire senza lasciare traccia era molto evidente. Anche questi sentimenti passano, ed è una fortuna che essi esistano, perché altrimenti non ci sarebbe neanche il sentimento opposto, ovvero la gioia di vivere e non fermarsi davanti a nulla.

Nella vita di ognuno di noi ci sono tante strade da scegliere. Io ho avuto il privilegio di trovare un viale alberato, in cui di giorno splende forte un Sole che scalda il cuore, mentre quando cala la notte una lunga fila infinita di lampioni illumina comunque la via, impedendomi di fermarmi. Ho abbandonato lo studio. Ho provato a seguirlo con interesse, al contrario di tanti altri, prima su tutti la mia compagna. Nonostante i vari impedimenti insegue il suo obiettivo con tenacia e determinazione, anche se questo sia quasi passato in secondo piano. E io l'ammiro perché non ha mai mancato un appiglio, ha sempre lottato per raggiungere la cima di una delle vette più alte che si possono incontrare in vita. Le mancano ancora uno sperone di roccia e un paio di metri, ma ora è tempo di bivaccare, al riparo da ulteriori intemperie, perché il merito l'ha portata a questo. E io sono molto fiera di lei.

Solo così posso stare da solo accanto a qualche pagnotta che sta cuocendo, sussurrando: "Che bella la vita".