domenica 22 novembre 2009

Vorrei

La serata volge al termine lasciando dentro di me una strana sensazione, piacevole; so già che più tardi mi sveglierò bene. Fuori la nebbia persevera, unendo a sé la malinconia di quelli persi nelle città vuote, ma dentro di me il cuore ormai è una roccia, fragile ma difficile da scalfire. E ripenso ancora a lei, trovando quello che cerco in un'ispirazione che è finalmente tornata. La luce del cellulare è forte, do via libera al mio sfogo, Rubrica>Marta =)>Opzioni>Invia. Dormo con un sorriso.


Vorrei

Vorrei poter essere lì con te
sotto le coperte abbracciato al tuo corpo
accarezzando il tuo seno e le cosce


Mentre respiro il tuo profumo
lunghi brividi mi percorrono la schiena
Anche nell'oscurità riesco a scorgerti e a fare miei i tuoi occhi azzurri


Vorrei intervenire nei tuoi sogni
Mi avvicino
Scosto i tuoi capelli e sussurro la tua bellezza


Mi avvicino ancora alle tue labbra e le bacio con passione
Ti sporgi ancor più verso di me
poi sprofondi nel cuscino


Io m'incammino verso un altro sogno
questo è appena finito

domenica 8 novembre 2009

Sensi di colpa

Ok. Torniamo un attimo indietro. Ieri, ci siamo ritrovati a decidere all'ultimo, come ultimamente accade spesso, su cosa fare in serata; si è avviato il solito giro di telefonate, e nel giro di 5 minuti sono passato da un nevrotico nervoso a una gradevole contentezza. Serata organizzata, tutto bene e ci si mette in attesa. Arriva l'ora, e c'è l'attesa diatriba: ascoltare, o non ascoltare la partita (Atalanta - Juventus)? Da buon tifoso ho prevalso, tenendo quasi al minimo il volume, quel tanto che basta per distinguere le vocali dalle consonanti. Si mette subito bene per noi, è un uno-due micidiale di Camoranesi che mette la partita sul giusto binario, ed è con questo risultato che si va al riposo. Nel frattempo eccoci arrivati alla birreria, solito fiume di gente con accanto il proprio fiume di birra. Sul posto ci stanno aspettando da qualche ora due compari, li salutiamo e prendiamo posto accanto a loro. Si mette subito bene, si ride, si scherza, si scoprono strane cose sugli amici, e c'è una bella armonia. Probabilmente sarei stato ancora più contento se avessi saputo che, in quel di Bergamo, la mia squadra stava festeggiando per il 5 a 2 contro gli atalantini (basta, la smetto). Arriva l'ora di andare via, come farebbero tutti: usciamo tutti insieme, qualche battuta e un saluto, poi tutti ai propri posti per finire la serata come si deve.


C'è un però. Non è andata così. I due amici hanno fatto ciò che la loro parte razionale (e ciò che conveniva più a loro ovviamente) gli suggeriva, e sono sgattaiolati via. E noi? Eh, siamo rimasti solo in tre, e aspettiamo l'arrivo di un'altra cisterna gonfia di birra, la seconda per la precisione. La nostra spillatrice di fiducia (Marta ndr) compie egregiamente il suo lavoro, anche se sopraffatta dalla stanchezza, mentre, accanto a me, il fiume sta straripando, e davanti a me, Fra viene travolto da una valanga di birra. La nebbia e la pioggia copre un po' tutto, fino a quando siamo solo io e lei.


Dunque, a me piacciono veramente tanto quei film in cui i personaggi interagiscono con il pubblico presente in sala: lo trovo un metodo geniale per fare cinema. Non so se ho reso l'idea, comunque, un regista che adotta questa tecnica è Woody Allen. Continua a piovere, e guardate quei due in macchina, staranno facendo le solite cose; avviciniamoci ancora un pochetto, e... Ma che succede? Il tizio è riverso sul sedile, che piange a dirotto sulla spalla della sua innamorata. Probabilmente si sente in colpa per come sta finendo questa giornata, e non la smette. Non è una scena patetica? E lei invece di essere arrabbiata nera, lo accudisce teneramente. Probabilmente dentro di lei vorrebbe ucciderlo, ma non può darlo a vedere: lui è già ridotto peggio di uno straccio!


Succede ancora qualcosa, lui apre la portiera: vuole scappare. No, la richiude. No, la riapre. Si alza ed è lì in piedi che barcolla, mentre lei è ancora in macchina che non sa se piangere dalla disperazione, o ridere (per non piangere dalla disperazione). Che sta facendo? Oh no! Sta dando di stomaco in maniera vomitevole. Ogni ciucca degna di questo nome comprende anche la fase "rigurgito". Non vi preoccupate, se prendete una piomba colossale, e non vomitate subito, vi toccherà aspettarla. La fase "rigurgito" può presentarsi anche dopo settimane, mesi (alcuni dicono anni, ma io non ci credo); quindi, se vi ritroverete un giorno ad espellere schifosa roba giallastra, state pure certi che vi siete ubriacati di brutto. Sembra che lo spettacolo sia finito: risale in macchina e lo vedo ancora abbracciato alla sua ragazza. No, non piange più, ha già dato tutto. E' talmente ridotto a uno straccio, che mi fa quasi pena. Ora lei lo accompagnerà a casa sua, lo sorreggerà fino al letto, lo svestirà mettendo tutto con ordine sulla sedia, e gli terrà la mano per tutta la notte.


Non ci ho preso neanche adesso, almeno non del tutto. Sì, mi ha accompagnato a casa, ma si è limitata a sorreggermi fino alla porta di casa. Forse non l'ho neanche degnata di un saluto, non l'ho neanche ringraziata per avermi sopportato. Quello che mi resta ora è un insopportabile senso di delusione e tristezza, che dovrebbe scomparire fra qualche ora, quando finalmente potrò stare un po' di tempo con lei. Lucido.


I poeti che strane creature, ogni volta che parlano é una truffa.
(Fabrizio De André)