domenica 25 ottobre 2009

Ho imparato a giocare a golf

Ho finalmente imparato a giocare a golf; era tutta una vita che desideravo farlo. Prima non potevo perchè non conoscevo ancora il posto, ma devo ammettere che in questo periodo gioco poco: mi manca il tempo ed è abbastanza lontano. Ma è quando sono nel vivo di una partita che mi sembra di volare, e tutto si zittisce. Il campo è in ottime condizioni ed è una notte magnifica per titarare qualche colpo. La distesa d'erba è immensa, e l'aria profuma leggermente di fragola; la pallina è poggiata sul soffice prato, alzo gli occhi verso l'orizzonte, e, proprio al centro delle Luna, scorgo l'asta che porta alla buca. Ogni tanto qualche tiratore maldestro manda la sua pallina dalle mie parti, così la lavo e la metto nel cassetto dei ricordi: ognuna porta con sé un panorama diverso. Il più grosso problema che ho riscontrato fino a questo momento, è l'impossibilità a determinare un vincitore al termine della partità: ogni colpo dato mi porta alla stessa distanza di partenza, donandomi emozioni mai vissute prima. Il mio obiettivo è continuare questa partita fino a quando la Luna non tramonterà per sempre.

Anche adesso vorrei fare qualche tiro, ma a quest'ora è già tutto chiuso, anche perchè, per stanotte, la Luna è già tramontata. Mi corico davanti alla porta, aspettando che riaprano i battenti. Sono stanco e ho tanto sonno. Baciami e dimmi, ancora una volta, quanto è grande il tuo amore per me. Finalmente posso mettermi giù.

giovedì 1 ottobre 2009

Déjà vu, e ritorno a casa

Il grande automezzo blu percorre un mondo tutto nuovo. Attraversa uno dei soliti paesini sperduti, ma la normalità proprio non è concessa; la nebbia domina in questi frangenti e neanche il sole riesce a chiedere la precedenza per arrivare al suo spazio. Si viaggia veloce, ma le punte degli alberi sono tutte uguali, come sono identici i tetti delle case che spuntano dal grande cumulo bianco. I girasoli sono inchinati a terra, in preda a crisi depressive, non vedendo altro che il giallo dei loro petali. È un via vai di macchinette, la maggior parte non si rende conto del paesaggio intorno a loro. Frenesia. Attraverso il vetro osservo solo sagome che si susseguono rapidamente, ma lo splendore sta al di là di tutto, invisibile agli occhi di tutti, ma non ai miei. Il raziocinio incontra la pazzia. Gli uomini in smoking e le donne decorate con tailleurs rossi ballano sulla hit del momento. I poeti camerieri servono versi d'amore su petali di rosa, e nelle aiuole i bambini giocano felici alla pace. Déjà vu. Sono attimi che ho già visto nelle gocce di una giornata di pioggia e oltre la punta di una grande montagna. Li lascio al loro mondo, io ho già il mio. Alle mie spalle ci sono delle labbra da baciare che mi aspettano a casa.

P.S.: ringrazio vivamente Michele per aver premiato questo blog.