martedì 21 giugno 2011

Delirio


Delirio

Vola anima mia
Lontano da qui
Raccogli le mie lacrime in una cometa
e disperdile come pioggia nel vento

Liberati dalle catene arrugginite
Segui la scia della vita e
portami con te

Voglio essere libero
Tenere in mano le redini della passione
Estinguere questa follia con foglie profumate di seta
Addio solitudine, addio lupo solitario

Delirio onnipotente
Taglia con le tue lame questi vincoli
e riconcilia con le parole lo strappo

Prima o poi anche queste parole finiranno, finalmente
Sarà il momento del silenzio
Niente infamia, nessuna lode, nessuna pietà
Solamente pace

mercoledì 15 giugno 2011

Stranezza

Oggi ero in macchina, in coda davanti a un semaforo. Nell'auto davanti alla mia c'era una signorina che continuava a specchiarsi nello specchietto retrovisore e a sistemarsi i capelli. La cosa buffa è che più li toccava maggiori erano i danni; appena sistemava un capello, ne uscivano altri tre tutti ingarbugliati che facevano una partita a poker. Allora riprendeva questi qui e se li portava dietro all'orecchio in punizione, ma dall'altra estremità ecco spuntare un capello solitario fumato come un indiano, che recitava poesie sull'odio e sull'amore. Le dita si muovevano in fretta e con precisione, ma in un attimo la frittata fu fatta. Mentre con il pollice teneva fermi i pokeristi, con le altre nove dita ricercava il capello drogato che spacciava in profondità. Una retata micidiale, una ventina di capelli vennero strappati con forza e privati dei loro diritti. Una mossa che costò molto cara alla povera signora: inavvertitamente strappò l'unico capello sottilissimo che cingeva d'assedio tutti gli altri. Risultato: in mezzo secondo tutti i capelli si liberarono, creando uno sciame di molle impazzite che cercavano la libertà. A questo punto scattò il verde, misi la prima e svoltai a destra.

È buffo pensare che quando siamo nei nostri pensieri più assorti, isolati dal mondo esterno, con la testa altrove, esiste la possibilità che un estraneo ci sta fissando con una sincera curiosità. Si fanno anche due risate, e poi si ritorna a vivere.

domenica 12 giugno 2011

Ho compiuto il mio dovere

Stamattina al lavoro è venuta a trovarci un'associazione che assiste le persone handicappate. E' stata una bella esperienza, non sono stati per niente invasivi, anzi, era bello togliere le loro curiosità. E io ero lì al tavolo, con tutti loro attorno a me che mi domandavano incuriositi, era una bella sensazione. Mi sembrava di essere un qualcuno di importante, tutti pendevano dalle mie labbra. E io mi sentivo un figo, con loro che si stupivano della mole di lavoro che c'è sempre da fare.

Poi se ne vanno tutti, le curiosità finiscono e sono ritornato al mio solito lavoro solo come un cane. Poi ho pensato che i tre giorni di lavoro settimanali sono poca roba, anche se la media giornaliera è di 10 ore comunque abbastanza faticose. Poi ho pensato che invece di andare avanti sto tornando indietro, che gli esami non si superano neanche se sono ben preparato. Beh, almeno mi consolo con la promessa di comparire nel calendario che l'associazione ha deciso di fare, e con il pensiero che fra poco Marta sarà di nuovo un po' più vicino a me.

P.S.: prima sono andato a votare. Non voglio dire niente, e se qualcuno vuole proprio sapere cos'ho votato gli ricordo che il voto è segreto (guardare post precedente).

giovedì 9 giugno 2011

4 SÌ