mercoledì 15 giugno 2011

Stranezza

Oggi ero in macchina, in coda davanti a un semaforo. Nell'auto davanti alla mia c'era una signorina che continuava a specchiarsi nello specchietto retrovisore e a sistemarsi i capelli. La cosa buffa è che più li toccava maggiori erano i danni; appena sistemava un capello, ne uscivano altri tre tutti ingarbugliati che facevano una partita a poker. Allora riprendeva questi qui e se li portava dietro all'orecchio in punizione, ma dall'altra estremità ecco spuntare un capello solitario fumato come un indiano, che recitava poesie sull'odio e sull'amore. Le dita si muovevano in fretta e con precisione, ma in un attimo la frittata fu fatta. Mentre con il pollice teneva fermi i pokeristi, con le altre nove dita ricercava il capello drogato che spacciava in profondità. Una retata micidiale, una ventina di capelli vennero strappati con forza e privati dei loro diritti. Una mossa che costò molto cara alla povera signora: inavvertitamente strappò l'unico capello sottilissimo che cingeva d'assedio tutti gli altri. Risultato: in mezzo secondo tutti i capelli si liberarono, creando uno sciame di molle impazzite che cercavano la libertà. A questo punto scattò il verde, misi la prima e svoltai a destra.

È buffo pensare che quando siamo nei nostri pensieri più assorti, isolati dal mondo esterno, con la testa altrove, esiste la possibilità che un estraneo ci sta fissando con una sincera curiosità. Si fanno anche due risate, e poi si ritorna a vivere.

2 commenti:

Sarah ha detto...

Sa vedere solo chi ne ha le capacità :)

Anonimo ha detto...

vero!