venerdì 30 gennaio 2009

Fermare il tempo

Da sempre l'uomo si interroga sulla possibilità di fermare il tempo. Prendendo in considerazione il mondo intero, ovviamente, resterà una cosa impossibile da attuare, ma la questione è un'altra: è possibile per un singolo individuo? La risposta è sì, è possibile; basta un pizzico di fantasia e una sana dose di indifferenza. Gli uomini davanti a me scalpitano e si agitano: è ora di partire. E' importante essere prevenuti, per gettare le fondamenta in tempo; il muro di cemento, armato fino ai denti, è alto, e dopo qualche minuto è invalicabile, anche per me stesso. La barriera è trasparente, e il mio contatto con l'esterno è limitato ad una visione adirata della collettività. Il cuore rallenta e i rantoli di sudore si fanno più leggeri; con la manopola del volume abbasso il rumore, riducendolo a un sibilo delizioso; gli attacchi provengono da ogni parte, ma nessuno è in grado di scalfirmi. Il tempo si ferma. Costretto a vivere fra quelle mura, la sola consolazione è la libertà di pensiero; in un attimo mi ritrovo a Notre-Dame, a cronometrare in quanto tempo svaniscono le mie urla; poi veloce al Taipei 101 a guardare negli occhi il Sole e a ubriacarmi dei suoi raggi. Infine mi fermo ancora a Parigi, al Père Lachaise, a leggere ad alta voce le liriche maledette di Jim. Quando ritorno in me, il muro è magicamente sparito, e tutto sono più invecchiati di qualche minuto. Vivo di questi momenti, ma non sempre mi riesce bene.

P.S.: ringrazio vivamente Darjo e Vane (ordine puramente alfabetico :D) per aver premiato questo blog.

lunedì 26 gennaio 2009

Morte dell'Unicorno

Torno a postare dopo qualche giorno di assenza dal web. Lo faccio ancora con una poesia, con i toni forse un po' tristi e malinconici; vorrei dire solo una cosa a proposito di questo scritto: la possibile lotta che ci può essere tra lo scorpione e l'aquila non ha un esito scontato. La vera lotta è nella mia mente, sono io che decido chi vince e chi perde, che lo voglia o no.

Morte dell'Unicorno

Sogni atrofizzati godono della luce del mondo

Catene melodiche succhiano la vita respirando accanto al cuore poroso

Sottili boschi urlano gioiosi il loro addio

Verdi lacrime invadono la fitta rete di pescatori

 

Giace su un campo di spine l’unicorno ferito

Alto e gagliardo porta in trionfo l’avorio sfregiato

Sotto una pioggia di cenere e sassi

Mentre il vasto labirinto si apre dentro di lui

 

L’anonimo scorpione e l’aquila dorata dialogano sul dondolo

Deridendo l’unica esistenza ormai impolverata

Accompagna il crepuscolo all’orizzonte con il sangue immortale

Spirando in cielo, soffocando il lume della candela


P.S.: vorrei ringraziare di cuore Aly per aver premiato il mio blog. Consiglio veramente a tutti di visitare il suo spazio, perchè è ricco di parole che vengono da una persona volenterosa e piena di speranza, aperta ad ogni esperienza, ed è per questo (e altro) che la mia stima va anche a lei. Grazie Aly.

lunedì 19 gennaio 2009

Delitto Oscuro

Delitto Oscuro

L’ingresso nel mattatoio è lento e silenzioso

Vicolo buio e stretto, ratti invogliati all’amore ai bordi del pozzo

Respiro il fetore del mondo, lontano da occhi indiscreti

Dove s’incontrano tenebre e luce ecco la sagoma sconosciuta

 

Nella mano destra impugno il coltello affilato, incastonato di diamanti

Passo quieto e pesante verso di lui, carico di accuse infrante

Si avvicina sempre più, sento il fragore crescere e illuminarmi gli occhi

Presenta uno sguardo folgorante, dalla vita in basso è senza ombra

 

La lama è issata, con mano ferma e decisa

segno la linea perfetta sulla gola vissuta

Risa di dolore rantolano nell’oscurità e rimbombano vane

Il pazzo ulula ancora mentre precipita nel buco nero

 

Il sangue superstite è assorbito dai pori della mia pelle

Ingoio l’ultimo sorso infuocato, varcando l’ultima soglia

sabato 17 gennaio 2009

Waiting for the night - Depeche Mode

Come canzone della settimana inserisco Waiting for the night dei Depeche Mode. Il brano lo si trova nel riuscitissimo album Violator, ed è uno dei pochi del gruppo che infonde tranquillità all'ascoltatore. Buon ascolto e buon fine settimana ai lettori.


giovedì 15 gennaio 2009

Una fredda giornata di Dicembre

Questi sono i momenti che si potevano vivere passeggiando in pieno centro della mia città, durante le festività a Dicembre. Lo iniziai circa un mese fa a scuola, ma l'ho ultimato solo la scorsa settimana.

Oggi come ieri. Dicembre. Il tipico cielo prima dell'inverno, con la città che inizia ad illuminarsi già nel primo pomeriggio. Il Natale è imminente, e quelli che si vedono nella Via Maestra sono tanti preparativi messi in atto con il dovuto anticipo. L'aria è fredda e popolata da una pioggerella sottile che inumidisce appena gli abiti; il porfido calpestato e brillanto riflette il bagliore di enormi stelle sospese nell'aria, facendo presagire nulla di buono. La gente passa e va, non se ne cura e vive nella sua fretta. Fresche e giovani donne brulicanti ed eccitate, sommerse da fiocchi e colori, con orecchie invase da note pentagrammate, osservano dal basso della loro superbia gli innocenti vogliosi di bocche incantate, pelli di seta e cornici di lunghi capelli fatati. Occhi di ghiaccio, freddi, testimoni di un cuore gelato e vene arroganti. La voglia muore. C'è la solita puttana a tempo pieno, percorre i suoi passi su una scia calcata per anni, trasmettendo il suo calore a timidi indiscreti e defunti cadaverici. Piccoli bambocci filanti scivolano fra la folla, impermeabili anche al loro corpicino. Si va avanti a spallate, in un alone denso di indifferenza verso la realtà; sono uno straniero fra la mia gente, vivo sulla mia Torre di Babele. La lingua è quella che scrivo: illeggibile ad occhi pagani, incomprensibile agli Dei. Dietro ogni tratto si nascondono emozioni, che non sempre escono allo scoperto: sono metafore fluttuanti incollate su uno stagno di carta, libere da ogni vincolo e capaci di vita.

martedì 13 gennaio 2009

Fiocchi di Neve

Poesia scritta nella sera del 6 Gennaio, durante la fitta nevicata.

Fiocchi di Neve

Candidi fiocchi appannano il cielo

E’ un campo innevato che piomba dolcemente sulla terra

Un frastuono sotto le suole e l’ombra di chi chiede serenità

 

Coltre impenetrabile, soffocante sui miei occhi

Andate via freschi pensieri e sogni orripilanti, solo

Voglio restare solo con lei

 

Il bianco risalta il suo corpo, è così soffice

Lacrime candite, baci su fredde labbra

Riscaldano l’anima mia nel rifugio da lei offerto

 

Il mostro d’amore s’impossessa dell’unione e ci porta verso nuovi tramonti

Non svegliarmi ancora, voglio restare solo con lei


11 Gennaio 2009 - 1

domenica 11 gennaio 2009

Ricordando Fabrizio De André

Molti blog e siti in questi giorni stanno ricordando un grande personaggio nel suo decimo anniversario di morte, vorrei farlo anche io con parole semplici. 10 anni fa moriva uno dei più grandi poeti della letteratura italiana, avevo 8 anni. L'ho scoperto molti anni dopo la sua morte, circa due anni fa, insieme a tutta la musica. Ho iniziato ad ascoltare Volume I a ripetizione, ed un bel giorno ho deciso di procurarmi la discografia; sin da subito son rimasto colpito dai suoi testi e dalle sue ballate, spesso tristi ma con un ritmo allegro. Ora è il mio punto di riferimento: nei momenti di tristezza e malinconia le sue parole esprimono ciò che il mio cuore desidera rivelare, e cantare le sue canzoni è un privilegio (come lo è solamente ascoltarle). Il mio viaggio con lui è iniziato con quella Preghiera in Gennaio, volta a ricordare Luigi Tenco, morto suicida nel 1967. Altra canzone degna di nota, e sicuramente più famosa, è Bocca di rosa, che narra le vicende di una giovane donna che scombussola i vicoli in cui vive, e di conseguenza viene cacciata in un altra città, dove però è accolta con festa. Si prosegue con La guerra di Piero inclusa nell'album Volume III: De André è sempre stato sensibile alla guerra, anche se non l'ha vissuta sulla propria pelle. La guerra di Piero può far riflettere sull'inutilità della guerra, infatti, quando Piero sta pensando desolato alle atrocità del conflitto, si ritrova davanti il nemico che sta pensando alle stesse medesime cose, ma è più scaltro di lui, ed avrà salva la vita. Piero non fa parte dei buoni, non fa parte dei cattivi, è solo uno di quei tanti sacrifici fatti per una nazione. Capolavori sono La cattiva strada e Amico fragile:  la prima ballata ha un testo molto particolare, mentre la seconda è una dei pochi scritti autobiografici di De André. Era parecchio interessato alla politica, e soprattutto alle persone più vulnerabili, come prostitute, rom, indiani d'America. Fiume Sand Creek narra appunto un massacro di pellerossa avvenuto realmente. E' un viaggio continuo, che tocca variegate tappe della sua vita, ma soprattutto della mia. La lista di canzoni meravigliose sarebbe ancora molto lunga, ma sarebbe inutile continuare a scrivere sulle sue opere: come disse lui stesso ad un concerto, la sua musica è quella che riesce a trasmettere meglio ciò che voleva esprimere. Quindi continuiamo ad ascoltare la sua voce, le sue poesie, perchè continua a vivere di ricordi.


venerdì 9 gennaio 2009

No Woman, No Cry - Bob Marley

Come canzone della settimana ho scelto No Woman, No Cry di Bob Marley.

Sebbene fu scritta da Bob Marley stesso, i diritti d'autore di questa canzone furono intestati a "V. Ford". Vincent Ford (1940-2009) era un amico di Marley, direttore della mensa dei poveri di Trenchtown, il ghetto di Kingston in Jamaica, dove Marley è cresciuto. Le entrate provenienti dai diritti di questa canzone hanno assicurato la sopravvivenza e l'efficienza della mensa fino ai giorni nostri. (FONTE: Wikipedia)



P.S.: vorrei ringraziare Diego Garcia per aver premiato il mio blog. E' possibile vedere
i premi ricevuti nell'apposita sezione che potete trovare nella barra in alto.

mercoledì 7 gennaio 2009

Il Sogno di un Bacio

Questo è un sogno che ho fatto la mattina di Sabato 3 Gennaio. Un sogno meraviglioso, connesso strettamente ad un brusco risveglio nella realtà.

E' un posto sconosciuto per me. Le stalattiti pendono dal cielo e riempiono i calici di vino; non siamo soli, in lontananza due giovani coppie sussurrano il labiale glorioso e sembrano osservarci. E' un'osteria in cui si assaporano sogni e gloria senza appetito. Forse è la continuazione di una vecchia visione: il tuo scioglimento ed io su una vecchia barca tempestosa a tenere unite le tue lacrime in un abbraccio. Sì, è così. Il tavolo è lo stesso, i dipinti murati uguali. Ora le lacrime sono finite, la tempesta si è placata e la barca è fissa al molo. Sei accanto a me e non ho ancora un perchè, per caso o scelta tua? Ho occhi solo per te. Quello posato sulle tue labbra è un dolce sorriso di scuse, indossi il solito abito nero che lotta senza speranza contro il bagliore dei tuoi capelli. Perchè quei contatti, quello starmi vicino? Perchè mi tieni la mano? Perchè riesco a sentire il tuo respiro? Un rapido movimento, chiudi gli occhi e ti basta sporgere le tue labbra di poco per incontrare le mie. E' l'inizio della fine. La tua è stata una scintilla, ed io sono il fuoco ardente che vuole liberare il suo calore. Mi hai condotto in un gioco intrigante di respiri e affanni; il ritmo è altalenante e la mia mano accarezza la tua schiena, improvvisamente nuda. Profumi come un angelo, ma ho bisogno dell'ultima prova. Il mio è un blocco, un'invasione di campo per chiudere la partita: mi allontano da te quel tanto che basta per farti riaprire gli occhi. Tu esegui, a bocca ancora aperta. Ma sei ancora te sul mio viso, che avvinghi la vita e la stritoli d'amore. Resta con me perchè è ciò che voglio. Il gioco dura poco e la partita finisce. Te non piangi più, ma io continuo a vagare nel mare di tristezza.

lunedì 5 gennaio 2009

Urla di Vita, possente Amica

Dedicata alla mia migliore amica Miri.

Urla di Vita, possente Amica

Anima fragile e cuore platinato

Passi la tua vita tra balli in maschera e versi epici

Fra tavoli danzanti ed un palco mobile

Sogni la platea ed un pubblico in festa

 

Scoglio imperioso con capelli mossi dal vento d’inverno

Ti ergi a sostegno del mondo con una debole scorza

Passato di lacrime e presente in fiore

Per un futuro irradiato da facili sorrisi

 

Parole inutili a lodare un carattere nobile

Tesori volanti che rinfrancano piccoli gabbiani affamati

Distendi abbracci vitali a compagni infranti

Urla di vita, possente amica

sabato 3 gennaio 2009

La Cattiva Strada - Fabrizio De André

Il primo post dell'anno è dedicata ad una meravigliosa ballata di Fabrizio De André, nel video è possibile anche leggere il testo.