giovedì 31 dicembre 2009

All'anno prossimo!

E anche quest'anno è passato. Il 2009 mi è proprio andato bene per la miseria. Devo ammettere che mi sembra un po' una seccatura questo post di fine anno, ma lo faccio anche per gli inguaribili lettori di questo spazio. Non starò ad elencare tutte le belle cose che mi sono successe, ma ci tengo a precisare solo una cosa, l'unica che merita di essere citata: tutto è iniziato il 29 marzo 2009. Tutto cosa? Tutto. Avete presente il tutto, il tutto quando gira perfettamente, il tutto di quando metti un disco ed è quello giusto, il tutto di quando te ne staresti sveglio tutta la notte a pensare, il tutto di quando guardi dentro la persona che ami, il tutto di un sorriso di un amico, il tutto di quando è il sole che ti sveglia, il tutto di quando è una gatta che ti sveglia, il tutto di quando staresti ore ad accarezzarle i capelli, il tutto di quando basta un solo sguardo, il tutto delle lacrime non più amare, il tutto che ogni bacio non è perduto.Tutto.

E adesso basta con i propositi (non avevo neanche iniziato, pazienza), il 2010 è un anno spettacolare, anche come sono messi i numeri, c'è un 20 e poi il 10, che è la metà di 20, non so nemmeno che cazzo voglia dire, ma mi piace un sacco. Il 2010 non è l'inizio di niente, non è la fine di niente, è la continuazione di un qualcosa cominciato quel sabato (o domenica?) e che non si è mai interrotto. Quindi auguro a tutti, belli e brutti, un bel 2010.

C'è solo una cosa che mi frastaglia la mente in questo momento, che credo mi terrò dietro a vita. Perchè quella maestra di inglese delle elementari ci obbligava a rispondere "Fine, thanks" alla sua domanda "How are you?". E poi anche lei rispondeva come noi, possibile che in cinque anni di elementari, lei stesse sempre bene. E magari anche tu, magari avevi appena litigato con i tuoi genitori, entravi in aula scazzato e ti chiedeva "How are you?", e te che cazzo rispondevi? Ma certo, "Fine, thanks". Non c'era via di scampo, o stavi "Fine, thanks" oppure ti mettevi a gridare come un isterico, dicendo che la maestra non capiva un'acca, che eri arrabbiato, quindi ti portavano in un istituto minorile, passavi l'infanzia lì, poi uscivi rincoglionito, sempre a dire quella cosa in inglese, allora ti ripigliavano, e ti spedivano in un ospedale psichiatrico con un biglietto di sola andata. E allora capivi che era meglio recitare, perchè da piccoli si sta sempre "Fine, thanks", anche se piangi stai "Fine, thanks". E con questa cazzata vi saluto, buon anno gente, all'anno prossimo!

2 commenti:

Sarah ha detto...

A pensarci bene è davvero così....non saprei dire "sto una merda" in inglese. Ora mi devo informare. Spero che il 2010 sia per te il continuo ininterrotto dell'anno passato... e per me, l'inizio di una nuova fase. Me lo merito (scusa la presunzione). Un bacio a te e a Marta!

@enio ha detto...

bastava sostituire fine con bad e il gioco era fatto. Io odiavo invece il CU later, ogni volta che finiva la lezione... anche se dopo non ci saremmo rivisti. Che mi dici del free yoursef... tradotto con scureggia ... per la miseria!