sabato 9 ottobre 2010

Pena di morte? Io dico no!

Negli ultimi giorni la notizia del ritrovamento del cadavere di Sarah Scazzi sta tenendo banco ovunque. Il 26 agosto, Sarah Scazzi, ragazzina 15enne di Avetrana (TA), scomparve senza lasciare tracce. Venne ritrovata solo la notte tra il 7 e l'8 ottobre, grazie alla confessione dello zio Michele Misseri. Personalmente mi è dispiaciuto tanto, anche perché ero quasi convinto che si trattasse di una fuga volontaria, e probabilmente tutta l'Italia si è dispiaciuta nel seguire questo triste epilogo. Il bisogno di scrivere un post su questa vicenda non nasce dalla tristezza che si prova al mattino, aprendo il giornale e leggendo questo genere di notizie.

Oggi ho appreso che davanti alla casa di Sarah è apparso uno striscione con su scritto "Pena di morte per lo 'zio' animale", portato dalla madre di uno dei suoi compagni di scuola. Ma stiamo scherzando? Pena di morte? Nessuno ha il diritto di decidere sulla vita altrui. Qualcuno mi dirà che neanche Misseri aveva alcun diritto nei confronti di Sarah, eppure lui la uccisa contro la sua volontà (ovviamente aggiungerei, ma con l'ignoranza della gente non si può mai sapere). Infatti la pena più giusta da infliggere è la massima possibile dal codice penale italiano: l'ergastolo. Ergastolo vuol dire passare il resto della vita in carcere, sicuri che sia peggio della tanto sognata pena di morte?

Provate anche solo ad immaginarvi quanto può essere lungo un anno in carcere, ora prendete Misseri che ha 54 anni, dategli ancora minimo 26 anni di vita, e arriva così a 80 anni, riuscite ad immaginarvi 26 anni di carcere? Credo proprio di no. Lo scopo del carcere è quello di rieducare una persona, mettere in riga una persona che ha sbagliato, permetterle anche di lavorare (garantendo anche una sorta di beneficio allo Stato). Il reato di Misseri è talmente grave (ovviamente a parer mio, però è difficile immaginarsi un crimine più pesante di quello commesso dallo zio della ragazza) che occorre l'ergastolo.

Provo un grande senso di delusione e amarezza, sapere di gruppi su Facebook inneggianti alla pena di morte per Misseri e gruppi addirittura pro Misseri. Persone che pensano con la propria testa, che non si fanno trascinare dalle emozioni, esistono ancora? Mentre ero in treno ieri pomeriggio, mi è capitata una copia del Leggo di Torino, e in una pagina c'era un trafiletto contenente un'intervista rilasciata da un docente de La Sapienza di Roma (ora non ricordo il nome, e neanche di che cosa si occupa, ma comunque è legato al mondo del crimine e della psicologia criminale), l'argomento di quella mini-intervista era proprio lo status psicologico di Misseri. Non pensavo che una persona potesse dire così tanti strafalcioni in pochi minuti. In parole povere, il docente asseriva con sicurezza che l'intento di Misseri era proprio quello di uccidere la sua vittima, praticamente si parla di omicidio premeditato; altra cosa, che mi ha fatto sorridere (e non ridere), è stato il suo disegno psicologico di Misseri, che arriva a dire che è una persona instabile, che non è stato capace di cancellare le prove contro di lui, che non è riuscito a gestire lo stress. Io dico, il Leggo di Torino non avrà gli stessi lettori de La Repubblica, ma viene letto da un discreto numero di persone: come si può permettere a un docente di trovare spazio con le sue esternazioni isteriche? Perché isteriche? In primo luogo, come fa questo docente ad essere sicuro della premeditazione del reato? E secondo e ultimo punto: sono passati 42 giorni dalla scomparsa al ritrovamento, e vorrei ricordare che la ragazza è stata trovata solo grazie alla confessione di Misseri. Come si può dire che è una persona che non gestisce lo stress, quando ha cancellato ogni prova dalla sua casa, ha occultato il corpo, ha fatto finta di niente per 42 giorni? E' solo grazie al cellulare che lui ha fatto finta di scoprire (sapeva già dov'era, l'aveva messo lui). Se questa è una persona che non è capace di gestire lo stress, chissà quelle che sono in grado di gestirlo. Purtroppo sono opinioni (quelle del docente) che influiscono sulla gente comune e che generano odio.

Posso solo provare a capire i parenti di Sarah (tranne lo zio ovvio), del fratello che dice che dovrebbe suicidarsi. In quelle situazioni, penso sia logico essere accecati dalla rabbia e dalla tristezza generata da un simile evento. Sono considerazioni a caldo che possono cambiare anche una persona. Ma quello striscione è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso in me.

Bisogna chiedersi: perché la gente chiede la pena di morte? Non ci sono arrivato subito, ma la mia conclusione è che in Italia ci siamo abituati a vedere criminali fuori dal carcere dopo pochi anni, anche senza aver finito di scontare la loro pena. Questo può far pensare alla pena di morte come un'unica soluzione: se bisogna scegliere tra pena di morte e tre anni di carcere e poi libertà, probabilmente si sceglierebbe la prima. Spero che tutte queste illazioni e isterie siano dettate da questo sconforto e delusione nei confronti del sistema giudiziario italiano. Altrimenti povera Italia.

5 commenti:

Sarah ha detto...

Sono perfettamente d'accordo con te, sempre sostenuta la tua teoria. Morire in alcuni casi (come questo) è fin troppo semplice e veloce, bisogna scontare la pena giorno dopo giorno, per tutta la vita. In gattabuia! Ma la pena di morte, no...

@enio ha detto...

la gente chiede la certezza della pena e vedendo quello che succede oggi in Italia (perdonismo a distanza)chiede la pena di morte, forse la vede una certezza da cui poi non si può tornare in dietro! Quante persone negli ultimi anni che hanno commesso delitti efferati (al momento tali) a distanza di qualche decennio se ne vanno liberi e giulivi in giro. Non si pensa mai a quelli che uccisi sono stati privati della loro vita.

Anonimo ha detto...

Non entro in discorsi riguardanti la giustizia e quant'altro, è sotto gli occhi di tutti ciò che spesso accade in Italia, però posso dire che io "scelgo" l'ergastolo: passare il resto della vita a pensare e ripensare a ciò che si è fatto, a render conto alla propria coscienza, è la soluzione migliore.

LAURA ha detto...

Giustizia non vuol dire vendetta. Anche io sono contro la pena di morte. È molto più utile che il colpevole rimanga per anni a riflettere in solitudine sul gesto compiuto.

Aly ha detto...

Concordo con il tuo pensiero. Sono contro la pena di morte, qualunque tipo di efferatezza si compia. Posso ovviamente capire i parenti di Sarah, posso immaginare il loro enorme dolore, e quindi ritengo che ogni tipo di loro esternazione vada compresa. Ma questi siti nati su fb e inneggianti alla pena di morte x lo zio mi fanno disgusto, perkè dettati (ci scommetto) dall'onda emotiva del momento; questi, tra magari 1,2 mesi, se ne saranno già dimentcati. La superficialità (vedi anche il commento del professore sul Leggo)cn cui certa gente affronta problemi così seri è disgustosa. Se il colpevole fosse stato, x esempio, uno straniero, sarebbe partita la caccia alla streghe; poichè lo zio è italiano e parente, allora la cosa più semplice che hanno trovato è inneggiare la pena di morte. L'ergastolo invece penso sia la condanna più giusta; anche perchè penso che i carcerati nn gli daranno vita facile. E' anche vero, come dice @enio, che la certezza della pena ultimamente sta saltando troppe volte, però troppe volte in paesi dv la pena di morte viene applicata s'è scoperto troppo tardi che in verità il carnefice era innocente..cm riportarlo indietro? E poi nel braccio della morte ci sono sempre persone della classe medio-bassa, mai visto un ricco condannato alla pena capitale.